Quest’anno il tormentone estivo è politico. Fra pochi giorni si chiudono le liste e sapremo i partecipanti che potranno ambire ad una poltrona alla Camera o al Senato che, per la prima volta dalla costituzione della Repubblica, avranno ranghi dimezzati. Ci sono candidati anche fra le file degli aspiranti al ministero della Salute che appaiono, come è successo negli ultimi due anni quotidianamente, ma spesso non dicono nulla di nuovo e di programmatico. Così scopriamo dalle pagine dei giornali che alcuni virologi che hanno occupato gli schermi televisivi si schierano, come Bassetti, Lopalco e Ricciardi.

Loro pensano di averne tutti i diritti avendo avuto alta visibilità mediatica – spesso dicendo tutto e il contrario di tutto alla stessa maniera. Io credo invece che il prossimo ministro debba essere nominato, se non eletto in modo uniforme, solo per il bene dei cittadini. Magari partendo da idee semplici e precise. Spesso i nomi che si fanno prima sono bruciati. In particolare mi piace pensare che la riconferma del “disastroso” Speranza sia solo esito della confusione del centrosinistra alla caccia di poltrone e non di programmi.

Altra cosa è il Movimento 5 Stelle, o quel che ne resta delle idee che sono state alla base del successo delle ultime elezioni. Io ho esperienze dirette che sono tornate prepotentemente alla memoria in questi giorni grazie ad un articolo uscito sul Fatto: uno scandalo dalle proporzioni gigantesche che ha colpito le aziende farmaceutiche. Lo Zantac, il farmaco contro bruciori di stomaco e reflusso gastrico, è sospettato di avere effetti cancerogeni. Questo mi ha riportato alla mente le mie denunce su un altro prodotto, il pioglitazone, ritirato dal mercato in Francia, Germania e Inghilterra (all’epoca Ue) mentre in Italia pagavamo uno studio clinico! Anche Actos era stato ritirato per gli effetti cancerogeni. Alcuni esponenti di spicco del Movimento fecero, sulla base di ciò che scrissi in questo mio spazio, delle interrogazioni all’allora ministra della salute Lorenzin che mai rispose.

Ma quando, poco dopo, fu nominata Giulia Grillo mi feci avanti dicendo che avrebbe ora potuto togliere dal mercato un prodotto quanto meno pericoloso. Bastava parlare con il presidente di Aifa da lei nominato. Invece mi escluse dalle sue amicizie. Era passato il tempo di prendere il treno da Roma per venirmi ad ascoltare nel mio studio. Ora restava solo la delusione della ignoranza. Un Movimento che si è sgretolato e che verrà definitivamente punito dagli elettori. Purtroppo Actos è ancora venduto in farmacia, con il Sistema Sanitario Nazionale. Se fossi io l’Assessore alla sanità della Regione Lombardia o il ministro partirei da cose semplici e chiare. Direi europeiste, visto che le principali nazioni lo hanno ritirato.

Da cittadino, da medico e da – perdonatemi – opinionista, vorrei che i candidati non continuassero solo a parlare male degli altri partiti o degli avversari. Non è costruttivo e i cittadini si disamorano sempre più. Occorre recuperare quel 50% di elettorato stufo e che non si reca più alle urne. La chiarezza delle proposte deve tornare ad essere il centro del discorso soprattutto in sanità. Finalmente loro risponderanno. La democrazia acconsentirà che chi otterrà più voti avrà l’onere e l’onore di governare. Nel rispetto delle regole e nell’accettazione dell’ascolto.

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