Via giacca e cravatta (che fa anche caldo) e rimboccarsi le maniche. La compagnia aerea australiana Qantas ha chiesto ai suoi dirigenti e manager di lavorare come addetti ai bagagli per tre mesi mentre, come molti altri vettori, cerca di affrontare la grave carenza di manodopera. Durante lo stop quasi totale causato dalla pandemia nel settore si sono verificati molti licenziamenti, ora che la domanda è tronata su valori pre Covid gli organici di scali e flotte sono sottodimensionati. Un problema che si sta manifestando a livello globale con punte di criticità di Europa e, appunto Australia. Il capo delle operazioni di terra di Qantas sta cercando almeno 100 volontari per lavorare negli aeroporti di Sydney e Melbourne. Le attività includono il carico e lo scarico dei bagagli, nonché la guida di veicoli per spostare le valige negli aeroporti. A manager e dirigenti è stato chiesto di lavorare nei ruoli di smistamento bagagli per tre o cinque giorni alla settimana, in turni di quattro o sei ore al giorno. I candidati devono essere in grado di spostare valigie che pesano fino a 32 chili ciascuna.

“Gli alti livelli di influenza invernale e un picco di Covid, insieme al mercato del lavoro ancora ristretto, rendono il reperimento delle risorse una sfida in tutto il nostro settore”, ha scritto ai dipendenti Colin Hughes, direttore operativo di Qantas, “non ci si aspetta che tu scelga questo ruolo oltre alla tua posizione a tempo pieno”, ha spiegato. “Siamo stati chiari sul fatto che le nostre prestazioni operative non hanno soddisfatto le aspettative dei nostri clienti o gli standard che ci aspettiamo da noi stessi e che abbiamo fatto di tutto per migliorare le nostre prestazioni”, ha detto un portavoce dell’azienda. Solo negli scali d’Europa, quest’estate non sono state consegnate 3 milioni di valige, cinque volte il numero consueto.

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