Fonte Uil

L’annunciata ulteriore decontribuzione dell’1% per i redditi fino a 35mila euro lordi avrà un effetto “irrilevante” sui redditi dei lavoratori, in particolare per quelli con lavori discontinui o retribuzioni più basse. In attesa del consiglio dei ministri chiamato a varare il decreto Aiuti bis, la Uil ha fatto i conti (vedi tabella sotto) su quanti soldi in più resterebbero nelle tasche dei dipendenti per effetto del nuovo taglio (temporaneo) del cuneo fiscale che si aggiungerà a quello dello 0,8% già in vigore fino a dicembre (era stato introdotto in parallelo con la contestata prima parte della riforma Irpef che avvantaggia soprattutto i redditi medio-alti). Risultato: l’incremento mensile varia dai 6,15 euro lordi in più al mese per un lavoratore con un reddito annuo lordo di 8.000 euro ai 26,92 euro lordi in più al mese per redditi da 34.996 euro. Nella fascia di reddito medio dei lavoratori dipendenti del settore privato, pari a circa 20.111 euro annui, il beneficio sarebbe di 15,47 euro lordi mensili in più, complessivamente 92,82 euro lordi nel semestre. “Un’elemosina”, commenta il segretario Pierpaolo Bombardieri. “Questo conferma che tra il “Palazzo” e la vita reale, purtroppo, c’è una distanza enorme: emerge l’incapacità di cogliere la realtà fatta di persone che soffrono”.

Per quanto riguarda le pensioni l’anticipo parziale della rivalutazione del 2% farebbe salire gli assegni previdenziali di cifre comprese tra 10,49 euro lordi in più al mese per le pensioni minime e 51,39 euro lordi mensili per quelle pari a 5 volte la minima. Una pensione media di 952 euro mensili avrebbe un aumento pari a 19 euro lordi, pari a 57 euro complessivi nel trimestre da ottobre a dicembre. Un aumento, quindi, sintetizza la Uil, di circa 10 euro lordi al mese ogni 500 euro di pensione percepita.

“Con questa manovra così come proposta, in tasca ai lavoratori dipendenti e ai pensionati fino a 35mila euro vanno meno dei 200 euro di una tantum che sono stati erogati a luglio”, aveva rilevato mercoledì il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Quindi non ci siamo. Noi abbiamo condiviso gli strumenti, ma le risorse sono totalmente inadeguate”.
Anche la Cisl solitamente assai morbida nei confronti dell’esecutivo non è soddisfatta. “Misure condivisibili, ma bisogna fare di più”, dice il leader Cisl Luigi Sbarra. In particolare “bisogna rafforzare ulteriormente le misure finalizzate a rendere più pesanti le buste paga degli occupati, sia gli interventi di adeguamento delle pensioni e di supporto alle famiglie. Si deve spingere sull’acceleratore migliorando ancora di più il profilo sociale del decreto in arrivo con interventi più diretti a tutelare il potere di acquisto di salari e pensioni. È necessario per fronteggiare l’emergenza economica e sociale operare per alzare la tassazione sugli extraprofitti e prendere in considerazione uno scostamento di bilancio, condizione essenziale per sbloccare e finanziare altre misure da noi sollecitate di sostegno alle famiglie in difficoltà”.
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