Per la seconda volta nel giro di pochi giorni, il Parlamento iracheno è stato preso d’assalto dai sostenitori del leader sciita Muqtada al-Sadr, nel giorno in cui l’Assemblea legislativa si sarebbe dovuta riunire per eleggere il primo ministro e il presidente. Video diffusi su twitter mostrano i manifestanti mentre oltrepassano le barriere di cemento che cinge la Green Zone di Baghdad, dove si trovano gli edifici delle istituzioni politiche del Paese, delle rappresentanze diplomatiche e delle organizzazioni internazionali. Le forze dell’ordine hanno lanciato gas lacrimogeni per impedire ai manifestanti di raggiungere la zona protetta. L’assalto avviene a pochi giorni di distanza da un altro episodio simile. Quella volta, dopo alcune ore, gli assalitori hanno lasciato la sede del Parlamento su sollecitazione da parte dello stesso leader sciita Muqtada al- Sadr.

Secondo fonti sentite da Al Jazeera, in quell’episodio, la folla inferocita è riuscita ad accedere alla sede istituzionale, agevolati dalle stesse forze di sicurezza che avrebbero dovuto proteggere l’edificio. I manifestanti si oppongono alla candidatura di Mohammed Shia al-Sudani– ex ministro del governo di Nouri al-Maliki – decisa dall’ Alleanza del Quadro di Coordinamento, coalizione di partiti vicina all’Iran, Paese rivale storico dell’Iraq. Almeno 60 i feriti trasportati nell’ospedale di Baghdad. Secondo quanto riferiscono i media locali, i sostenitori di Moqtada al Sadr hanno annunciato che non lasceranno l’edificio e che un sit-in di protesta andrà avanti “fino a nuovo ordine”. La missione Onu in Iraq fa appello alla calma e chiede alle parti di evitare ulteriori escalation e altra violenza. Intanto, il ministero della Salute ha aggiornato a 125 il numero di feriti nelle dimostrazioni di oggi, 100 manifestanti e 25 agenti di polizia.

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