A Torino ogni giorno ti alzi ed il cielo è sereno o lattiginoso, ormai da tempo immemorabile. Da inizio anno è caduta sulla città un terzo dell’acqua che cade solitamente. Dal formaggiaio una signora prima di me compra un fettina di silano per una vecchina sua vicina che non può uscire di casa. Costo: 80 centesimi. “Per me invece ha dei ritagli di formaggio?”. L’amministrazione comunale continua a far tagliare l’erba nelle aiuole, e persino tra i sanpietrini.

A Torino un tempo in collina si votava Partito Liberale e nelle periferie Partito Comunista. Ora la collina è la roccaforte del Pd e in periferia si vota (se si vota…) Lega e FdI. Il torrente Sangone non si riversa più nel Po, essendo completamente in secca. Sotto casa di notte un dipendente di Glovo dorme sdraiato sulla panchina, accanto alla sua moto con borsa gialla. Dall’amministrazione comunale nessun appello alla cittadinanza a risparmiare nell’uso dell’acqua. La comunità marocchina a Torino sta diminuendo: tornano in patria. Dal Monte dei Cappuccini non si vedono più ghiacciai, salvo un residuo delle Levanne ed un puntino sul Gran Paradiso.

Era il 22 luglio 1975 quando Nino Viale discese la parete nord del Monviso con gli sci. Dieci ristoranti stellati a Torino: “Record di stelle nella città sabauda”. In città cinquantamila case vuote, il 15% del totale. A fianco dell’aeroporto di Caselle non si farà più il Caselle Open Mall. La rinuncia ad un immenso centro commerciale è l’unica boccata d’ossigeno in questo caldo africano. Ma non soddisfa Camilla, il nostro cane, che mi guarda ansimando e sembra chiedermi cosa stiamo combinando.

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