Un detenuto di 40 anni ha ingerito alcune pile e lamette e si è fatto portare d’urgenza in ospedale. Una volta operato, è stato dimesso e quando gli agenti della polizia penitenziaria hanno cercato di riportarlo in carcere li ha aggrediti e ha danneggiato il furgone blindato e alcune suppellettili all’interno della cella. È successo alla Casa di reclusione in via Due Palazzi, a Padova. Il protagonista dell’episodio di violenza è un uomo di origini tunisine e, a quanto riportato, non è “nuovo” a simili comportamenti.

“Ho mangiato pile e lamette”. Così domenica 17 luglio il 40enne ha richiamato l’attenzione dei poliziotti e ha preteso di essere portato al pronto soccorso. Dal momento che non era la prima volta che il detenuto compieva gesti simili, è stato subito visitato e trasferito in ospedale. Qui i medici lo hanno operato ed è stato tenuto sotto osservazione per ventiquattro ore. Il giorno successivo, lunedì 18, è stato dimesso e, mentre era in attesa delle cure, ha iniziato a chiedere insistentemente delle sigarette alle numerose persone presenti all’ingresso. Erano le 10.30 quando i poliziotti hanno cercato di farlo desistere e di farlo salire a bordo del furgone di servizio provvisto di una cella interna, ma il 40enne ha continuato a rifiutarsi e, nonostante fosse ammanettato, è riuscito a divincolarsi e gettarsi di peso sugli agenti, facendoli cadere.

Le scene di violenza sono quindi continuate. Una volta caricato sul veicolo, il detenuto ha cercato di sfondare le sbarre della cella e ha nuovamente minacciato gli agenti. Poi, arrivato al Due Palazzi, è passato di fianco al carrello con cui vengono distribuiti i pasti e lo ha scagliato addosso a un agente, cercando di colpirlo con un coperchio metallico. “Si tratta di una persona non nuova a questi comportamenti, che ha bisogno di cure specifiche e che non può stare in mezzo ad altri detenuti, deve essere trasferito in una struttura più idonea” ha spiegato il sindacato Sinappe.”La situazione al Due Palazzi è sempre più tesa, gli agenti sono costantemente bersaglio di minacce e aggressioni. Per tacere della carenza di personale: con la chiusura dei nuovi concorsi a Padova sarà assegnata soltanto una nuova unità” ha aggiunto.

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