Basta spremere l’isola azzurra, la più bella del mondo, come un limone. Prima o poi sarebbe successo. Di assistere al brutto della diretta, lo sbarco degli Unni del mordi e fuggi. Ore 9,15 slargo del molo di Capri, 35 gradi già ti picchiano in testa mentre il traghetto/ammiraglio più capiente della flotta sbarca 680 distru/turisti. No, non li conto uno ad uno, me lo dice lo stacca/biglietto mentre m’imbarco su Driade, che di mitologico gli è rimasto solo il nome per la corsa successiva. E vengo travolta da una fauna che di umano ha soltanto le ascelle olezzanti. Mi ci trovo in mezzo, nel girotondo di un girone da inferno.

Il mio è un grido di rabbia soffocato. Con chi prendersela? Il sindaco Marino sono anni che ci prova a contenere il colosso “infestante” ma ha le mani legate dalla Regione. E’ un delicato gioco di equilibri fra le compagnie di navigazioni, croceristi, portuali, guide turistiche, barcaioli della Blu Grotto, venditori di panini, limoncellini e ventaglietti. Tutti devono guadagnarci, figuriamoci dopo due anni di chiusura da pandemia, devono rifarsi o no. Certo viaggiare è una palestra per il cervello. Ma i nervi? E il cuore che scoppia…

Prima o poi sarebbe successo. E ci è scappato pure il morto, un americano, sulla sessantina, non sovrappeso, mentre si inerpicava per un sentiero attacco cardiaco fulminante. Per l’architetto Livio Talamona non c’è soluzione. Lui è uno che ha fatto il liceo classico alla Certosa di Capri e ama questa roccia in verticale da oltre mezzo secolo. Il professore Renato Esposito, proprietario storico dello storico hotel Gattobianco, voce garbata e critica dell’isola: “Una volta si veniva a Capri senza tempo adesso è diventato un’isola con scadenza, voler fare tutto in una manciata di ore…”. E come antidoto al Capri diem (metafora del carpe diem) ha inventato le passeggiate d’autore.

Ieri ci ha illustrato le suggestive “Vie delle Sorgenti a Palazzo a Mare” un tuffo nel passato dove la sapienza degli antichi romani grazie a un geniale impianto di cisterne non sprecava neanche una goccia d’acqua. E finale con tuffo al tramonto ai Bagni Tiberio. Il mio viaggio nella grande bellezza si conclude al Castiglione dove Ferragamo, il bello, lo chic, il sublime ha apparecchiato il grande evento. A fare gli onori di maison Riccardo e Martina Ferragamo, stilosi brand ambassador, terza generazione di eleganza nel mondo. Che bel vedere mentre Capri incastonata tra mille lucine era sdraiata ai nostri piedi. E le note di Gianluigi Lembo & band con “Anema e Core” facevano ballare anche la luna rossa che faceva capolino tra i faraglioni.

P.S. Quando andate a mare, occhio alle scarpe. Ieri a me hanno fregato un paio di simil/birkenstock in gomma, color lavanda. Mica un Louboutin. Carucce, ma erano costate solo 10 euro. E’ successo anche ad Andrea Esposito, avvocato e nipote di Renato. E la settimana precedente alla sua bella fidanzata. Mah, sòle capresi.

Articolo Precedente

Il Coronavirus ci abbandonerà, ma i virologi?

next
Articolo Successivo

Giovani in via d’estinzione e spaventati dal futuro: anche negli Usa non se la passano bene

next