Materassi sporchi accatastati in ogni angolo, dentro e fuori dagli edifici. Rifiuti e resti di cibo che ricoprono i pavimenti e i servizi igienici. Non sono immagini girate in un campo profughi libico, ma al centro d’accoglienza di Lampedusa. Nell’hotspot di contrada Imbriacola ci sono 1.878 persone a fronte di una capienza ufficiale di circa 350 posti. Una situazione ormai fuori controllo, divenuta vera e propria emergenza con gli ultimi arrivi di migranti degli scorsi giorni. Ai nuovi sbarchi, infatti, non sono seguiti immediati trasferimenti verso altre strutture. Così il centro di prima d’accoglienza si è trasformato in una bomba ad orologeria dal punto di vista igienico-sanitario.

“Con piccoli numeri riuscivamo a lavorare ma con quasi 2 mila persone è impossibile intervenire e garantire il minimo indispensabile“, raccontano gli operatori dell’hotspot contattati dal fattoquotidiano.it. Il problema, come spiegano, non è solo l’assenza di posti letto per l’80% dei migranti presenti ma l’impossibilità a garantire l’essenziale. “Anche il personale è proporzionato alla capienza, così come i bagni e tutti i servizi”, sottolineano. Per questa ragione “anche dal punto di vista sanitario è impossibile tutelare i vulnerabili, controllare l’isolamento dei casi Covid o garantire i controlli per chi presenta sintomi sospetti di altre malattie”. Nel centro, infatti, ci sono dei positivi accertati e tanti altri soggetti che hanno necessità di tutela e di controlli approfonditi.

Il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha chiesto l’immediato inizio dei trasferimenti e un incontro urgente al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Le notizie che arrivavano dalla Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, parlavano di una pianificazione dei trasferimenti soltanto a partire da domenica con traghetto e motovedette (in attesa del miglioramento delle condizioni del mare). Ma subito dopo lo scoppio della polemica, con gli interventi di diversi esponenti politici, il Viminale ha annunciato che entro sabato mattina arriverà a Lampedusa la nave San Marco della Marina Militare per trasferire in giornata dall’isola circa 600 migranti presenti nell’hotspot, dando la precedenza alle persone vulnerabili. Nella nota del ministero dell’Interno viene anche confermato che le operazioni di trasferimento continueranno nella giornata di domenica grazie all’impiego di altre unità navali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.

“Quello che sta accadendo in queste ore a Lampedusa si ripete ormai da anni. Almeno 30. Poco o nulla è cambiato nel tempo”, sottolinea il neo sindaco di Lampedusa Filippo Mannino. “Nelle ultime 48 ore – aggiunge – abbiamo registrato arrivi massicci di migranti mentre a causa del peggioramento delle condizioni meteo marine i trasferimenti sulla terraferma hanno subito un rallentamento, ma da domani sera la macchina dovrebbe rimettersi in moto”. Sull’argomento è intervenuto anche l’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano che nel giorno dell’anniversario della visita del pontefice a Lampedusa (avvenuta proprio l’otto luglio del 2013), ricorda che “non è emergenza, è movimento di popoli in fuga. Urge un sistema per una accoglienza degna, trasferimenti rapidi e vie legali d’accesso. Adesso!”.

Intanto i trasferimenti previsti dovrebbero migliorare la situazione ma rischiano di non risolvere i problemi gestionali dell’hotspot lampedusano che dopo gli incendi del 2016 e 2018 ha una capienza molto ridotta. “Su Lampedusa sta calando il silenzio proprio mentre il sistema dell’accoglienza sull’isola, che fino a qualche settimana fa funzionava con regolarità, sembra essersi fermato”, ha detto l’ex sindaco e attuale capogruppo del Pd al consiglio comunale di Lampedusa e Linosa, Totò Martello. “Tutto questo – aggiunge – avviene mentre il presidente Draghi rilascia dichiarazioni preoccupanti: mettere in discussione il principio stesso di accoglienza umanitaria in Italia significa aprire la porta al ritorno di folate di odio e di intolleranza“. Interviene anche l’altra ex sindaca delle isole Pelagie, Giusi Nicolini, sottolineando come dentro il centro “sono tutti ammassati, ci sono anche donne, quattro sono gravide, bambini, malati e bisognosi di cure che dormono per terra dove pure mangiano, tra i rifiuti”.

Polemiche e rettifiche anche in merito all’incontro del 26 luglio tra la ministra Lamorgese e i rappresentanti dell’amministrazione comunale dell’isola. In una nota il vicesindaco (leghista) e assessore al territorio e all’ambiente, Attilio Lucia, confermando di essere “in stretto contatto con Matteo Salvini“, sottolineava che per l’incontro tra il sindaco e la ministra dell’Interno “il Viminale ha dato disponibilità solo a fine mese”. Così mentre Salvini annunciava una sua visita a Lampedusa (“Presto sarò sull’isola”), è intervenuto lo stesso sindaco di Mannino che, presentando i prossimi trasferimenti, ha dichiarato: “Il ministro Lamorgese ha dato disponibilità ad incontrarmi di persona e sono stato io, anche sulla base della disponibilità del segretario comunale, a scegliere la data di fine mese”.

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