Un anno e quattro mesi di carcere e una multa da 3800 euro. Ciro Di Maio, conduttore tv e attore arrestato il 24 agosto 2021 a Milano per detenzione ai fini di spaccio, è stato riconosciuto colpevole di essersi fatto spedire dall’Olanda fino a casa, in zona Loreto, un litro di Gbl, liquido incolore meglio conosciuto come “droga dello stupro”. La sentenza è stata letta questa mattina dal giudice della sesta edizione penale del capoluogo lombardo, Paolo Guidi, il quale ha concesso all’imputato le attenuanti generiche e gli ha revocato la patente per due anni. Ha, inoltre, affidato gli atti alla Procura per indagare su altri eventi emersi durante il processo. Il Pm Leonardo Lesti, a capo delle indagini, aveva chiesto una condanna a due anni e 3000 euro di multa, spiegando che la droga “non era destinata a un uso personale, almeno in parte”.

A riprova di ciò, una “serie di acquisti fatti sul web nel corso del tempo per quantità rilevanti” e le “chat acquisite sul telefono” nel dicembre 2020, in occasione del suo arresto per aver ordinato un carico di quattro litri di Gbl dalla Cina. Il volto tv di programmi di viaggio e varie fiction conoscerà le motivazioni della sentenza tra 15 giorni. A difenderlo l’avvocatessa Nadia Savoca: “La Procura deve ammettere di aver sbagliato, ha messo alla gogna un uomo che dai social è stato addirittura additato come stupratore, ha subito una violenza mediatica, ma lui non è uno spacciatore, è una persona con problemi di tossicodipendenza”. “Gli inquirenti – ha aggiunto la difesa, citando Di Maio – non hanno mai verificato la sua ‘grave tossicodipendenza’: da giugno 2020 è stato preso in carico dallo Smi (Servizio Multidisciplinare Integrato) per consumo di Gbl e Ghb”.

Ha poi concluso: “Ne assumeva 2millilitri all’ora, in un giorno 24 dosi, e prima del secondo arresto una dottoressa gli prescrisse un piano per ‘scalare’ che prevedeva 2ml ogni due ore e mezza”. Anche Ciro Di Maio aveva dato al gip la sua versione: “La sostanza non era destinata a feste o altro, era solo per me, ne sono dipendente e sto cercando di seguire un programma terapeutico che prevede di ‘scalare’, riducendo mano a mano il consumo”. La prima sentenza di condanna è arrivata. Per quanto riguarda l’altro arresto, le operazioni sono ancora in corso.

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