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Catania, trovato il corpo della bimba di cinque anni scomparsa a Tremestieri. La madre ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio

Sotto le pressioni degli investigatori, la donna ha indicato il luogo dove si trovava il cadavere: si tratta di un appezzamento di terreno incolto a Mascalucia (Catania), a circa quattrocento metri dall’abitazione dove viveva con la piccola. Il corpo, secondo una primissima ricostruzione, era in parte sotterrato. Sul luogo, oltre ai Carabinieri, si è recato anche il padre della bambina insieme alla nuova compagna. In corso i rilievi della scientifica
Catania, trovato il corpo della bimba di cinque anni scomparsa a Tremestieri. La madre ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio
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È stato trovato il cadavere di Elena Del Pozzo, la bambina di 5 anni scomparsa lunedì a Tremestieri etneo, alle porte di Catania. La madre, che in un primo momento ne aveva denunciato il rapimento, ha confessato di averla uccisa e ha indicato il luogo dove si trovava il corpo grazie alle “pressioni” esercitate “durante gli interrogatori” dai carabinieri guidati dalla Procura etnea. Si tratta di un appezzamento di terreno incolto a Mascalucia (Catania), a circa quattrocento metri dall’abitazione dove viveva con la piccola. Il cadavere, secondo una primissima ricostruzione, era in parte sotterrato. Sul luogo, oltre ai militari del Comando provinciale di Catania e ai pubblici ministeri, si è recato anche il padre – separato dalla donna – insieme alla nuova compagna, nonché la nonna paterna. Sono in corso i rilievi.

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La donna, secondo quanto riporta Repubblica, è scoppiata in lacrime durante il sopralluogo nella casa. In mattinata la Polizia scientifica era entrata nella villetta per effettuare dei rilievi. È poi uscita attorno alle 11 dall’abitazione, con la propria auto, accompagnata dai carabinieri. Lunedì pomeriggio aveva denunciato che la figlia era stata “sequestrata” da “tre uomini incappucciati” e “armati” mentre era in auto con lei, che l’aveva da poco prelevata dall’asilo. Gli investigatori avevano subito parlato di un sequestro “anomalo” e la procura aveva escluso che Elena fosse stata prelevata con il fine di chiedere un riscatto.

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“Elena era una bimba meravigliosa. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati, non avevamo ragione di non credere”, ha detto Rosaria Testa, nonna paterna della bambina, nel luogo del ritrovamento. Che ricorda: “Quando i genitori hanno litigato, non voleva andare via da casa. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. Quella mattina l’ho accompagnata a scuola e le ho detto “nessuno ti vuole bene più di me”. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto. La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina”. “Angelo mio, angelo mio…”. Così, con una mano sulla bara, il nonno paterno, Giovanni Del Pozzo, ha ‘accompagnato’ la salma della nipotina Elena dal luogo del ritrovamento al carro funebre. In lacrime anche la nonna e la zia paterna.

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