Una notte di raccolta di prove, verifiche e ricerche per gli investigatori impegnati nell’inchiesta sul sequestro di Elena Del Pozzo, la bambina di 5 anni rapita lunedì mentre era in auto con la madre a Piano di Tremestieri Etneo. Ai carabinieri e alla procura di Catania, che coordina l’indagine, la donna ha raccontato che stava rientrando a casa dopo avere preso la figlia all’asilo quando tre persone incappucciate e una armata di pistola hanno aperto la portiera della sua vettura prelevando e portando via Elena.

La ricostruzione è stata più volte analizzata dagli investigatori per trovare elementi utili alle indagini. Un’inchiesta serrata, perché il fattore tempo in un sequestro di persona è fondamentale per risolvere il caso. Ecco perché non si sono fermate e sono in corso. Ancora al mattino i carabinieri hanno sentito persone che potrebbero avere particolari utili a una svolta. E anche per questo lunedì sera la procura di Catania ha autorizzato la diffusione di due foto di Elena. Una scattata proprio poche ore prima del sequestro: si vede la piccola in un’immagine riflessa sfocata, indossare una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli. L’altra è dell’8 maggio scorso: la piccola indossa il sopra di una tuta e mostra un biglietto con in basso la parte finale della scritta ‘auguri mamma’.

Procura e carabinieri, al momento, non si sbilanciano sulle piste più accreditate, escludono però la mano della criminalità organizzata e che sia collegato a una richiesta di riscatto. E quindi guardano a ogni ipotesi. I genitori non sono al momento conviventi e il padre pare abbia avuto ‘problemi’ con la giustizia con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti indagato anche per una rapina, reato, quest’ultimo, da cui è stato poi assolto per “non avere commesso il fatto”. La coppia è giovane, poco più che ventenne, ha avuto dei dissidi personali, apparentemente non gravi.

I due sono stati ascoltati più volte dai carabinieri, così come altri familiari. Gli investigatori hanno ora una ricostruzione maggiormente dettagliata dell’accaduto e un quadro più chiaro, anche se ancora non si sbilanciano su un’ipotesi privilegiata. Una possibilità, anche se in forma molto dubitativa, l’ha avanzata, per sentito dire, Enzo Magra, il sindaco di Mascalucia, paese dove la piccola viveva: “Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma – ha detto – mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari”.

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