“Non ho ucciso Simiso. Anche i miei vicini hanno postato messaggi molto brutti su di me. Non sono più al sicuro, mi resta solo il suicidio“. Suphesivile Mutunguia è un uomo distrutto e non riesce a farsi una ragione di quello che è successo qualche giorno fa sul ring. Mentre stava partecipando ad un incontro di boxe, il suo avversario Simiso Buthelezi ha iniziato a mulinare colpi a vuoto, in evidente stato confusionale: aveva un’emorragia cerebrale che lo ha stroncato dopo il ricovero in ospedale. La vicenda ha fatto il giro del mondo grazie a un video pubblicato sui social: i due pugili, entrambi sudafricani, erano dei perfetti sconosciuti anche agli appassionati di boxe ma questa storia – con il suo tragico epilogo – ha impressionato l’opinione pubblica.

Ed è proprio a causa dei tanti commenti che ora Mutunguia minaccia il suicidio: “Ho ricevuto pesanti critiche e insulti sulle piattaforme social quando Simiso è stato ricoverato in ospedale. Ora che è morto la situazione è peggiorata“, ha detto in uno sfogo a Sowetan Live. Insulti che il pugile non merita, anche perché dalle immagini che circolano in Rete si vede chiaramente come lui non abbia sferzato colpi particolarmente cruenti all’avversario prima che succedesse l’irreparabile. Intanto resta una domanda: Simiso era nella condizioni di salire sul ring? Il suo allenatore ha assicurato di sì, ma una commissione incaricata di ricostruire l’accaduto dovrà accertare come siano effettivamente andate le cose.

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