Con stipendi fermi da anni basta poco per varcare la soglia che porta al conclamato disagio economico e secondo le stime dell’Autorità per l’energia una famiglia tipo spende per le bollette mille euro in più all’anno. L’aumento dei prezzi spinge verso la soglia di povertà il ceto medio-basso che non è tutelato dai rincari: redditi troppo bassi per non sentire gli aumenti, ma troppo alti per poter accedere ai bonus. Dai soggetti come la Caritas che hanno il polso della condizione delle famiglie più deboli arrivano i primi riscontri. Ecco una selezione delle testimonianze che avete voluto inviare a ilfattoquotidiano.it. Aspettiamo le vostre storie a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it

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Sono la mamma separata di due giovani studentesse (una frequenta il terzo anno della facoltà di lettere ed una il terzo del liceo scientifico). Stiamo soccombendo di fronte all’aumento sconsiderato e senza controllo dei prezzi. Sono un’impiegata presso un’impresa privata. In 4 mesi ho pagato 2 bollette di energia elettrica spaventose: una da 380 euro ed una da 406. Quest’inverno ho dovuto spegnere la stufa a pellet per il costo lievitato del combustibile, peraltro introvabile.

Ho eliminato dalla spesa quotidiana tutti i cibi non necessari, compresa la carne ed il pesce. Eliminate uscite, passeggiate che prevedono l’uso dell’auto (non parliamo del costo del gasolio..) o mangiare semplicemente un gelato. Nessun acquisto di vestiario, nessuna spesa medica (dovrei andare dal dentista, ma non me lo posso permettere). Ho smesso di invitare a pranzo la domenica i miei genitori, perché aumentare i costi del cibo diventa complicato. Poiché abito al Sud e la mia casa è molto calda non so come faremo ad affrontare le temperature torride senza accendere i condizionatori, che certo non possiamo permetterci. Questa cosa mi terrorizza, perché supereremo certamente i 40 gradi per un’intera stagione e non riposando la notte non so come potrò lavorare.

Ormai non leggo più dei vari bonus, che non sono per noi per via dell’Isee, che di poco supera i 12mila euro (dove devo riportare anche le borse di studio vinte dalle mie ragazze che sono bravissime a scuola). Non capisco quale vantaggio possa esserci nell’annientare il ceto “medio” o medio-basso. Come se la società debba dividersi in due fronti: i pochissimi super ricchissimi ed i poveri, giustamente (a volte meno) sostenuti dal welfare statale. E coloro che stanno in mezzo? Che producono? Pagano le tasse e mandano avanti questo sgangherato paese?

Scusate l’inutile sfogo, da convinta elettrice di sinistra sono schifata da questa politica ipocrita, incompetente e totalmente scollegata dai problemi della nostra povera, straziata e bellissima nazione.

Patrizia

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Questa è la mia esperienza con le bollette e di come sto adeguandomi al gestirle. La prima bolletta invernale è arrivata a marzo, molto elevata perché ricomprendeva gli aumenti. Pur essendoci stato attendo, ho ricevuto 500 euro di gas e 130 di elettricità. All’epoca, sembra passata un’eternità, si poteva rateizzare per legge. E così ho fatto. Poi, adesso a maggio è arrivata una stangata: 550 euro gas e 90 elettricità. Essendo monoreddito e famiglia a carico, mi ritrovo un isee tale da rientrare nei bonus energetici. Da marzo a maggio il governo ha promesso tanto, ha fatto vedere di avere preso in mano la gestione del gas. All’atto pratico, il gas è cresciuto da febbraio ad aprile ed il bouns energia non è elargito in maniera tale da essermi di aiuto. Nella bolletta elettrica di maggio mi èp stato accreditato il bonus elettrico.

Il bonus gas non è stato elargito e così ho chiamato Arera per un chiarimento. La risposta è la seguente: lei ha diritto al bonus gas fino a febbraio 2023. I tempi e modalità non li decide lei ma li fa il fornitore e lo Stato. Per cui lei ha ottenuto il bonus, ne ha diritto ma glielo diamo quando ci pare a noi.

Ora c’è la scusa della guerra ma mi aspettavo più serietà dal governo, partiti e sindacati. I sindacati e partiti sono stati assenti sul fronte assegno unico e detrazioni: al netto, ho perso 100 euro nette fra nuovo assegno, detrazioni e bonus Renzi eliminato. La riforma Irpef incide 6 euro al mese. I sindacati e partiti hanno perso il treno dei rinnovi sindacali, rimandando tutto in avanti. Visco dice alla stampa che la spirale inflazione ed aumento salari non va innescata. (…)

A me non interessano i bouns ma gli stipendi riadeguati adesso perché solo così posso pagare le mie tasse ed i costi inflattivi. Non vogliamo l’elemosina ma la dignità. Con salari rivisti, senza bonus. Ad oggi, per pagare Tari restante, bollette, ed altre tasse, sto rateizzando e mi sto sovraindebitando. Ho dovuto smobilitare i miei risparmi, i risparmi dei figli, soprattutto. Vediamo come andrà a finire. Ma non credo che questo governo guardi questi aspetti sociali o che si interessi alle famiglie come la mia.

Riccardo

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Sono una neo mamma di 34 anni. Sono felice che il vostro giornale, da sempre apripista, si interessi a noi gente comune.

Ho una bimba di 7 mesi. Viviamo in casa io mio marito e mia nonna. Abbiamo due cani e una casa abbastanza grande per tutti in periferia nella città di Reggio Calabria. Non ho potuto fare a meno dei riscaldamenti anche di mattina perché mia figlia a due mesi è stata ricoverata per una brutta bronchiolite e i medici mi hanno dato precise indicazioni per tenere la casa al caldo h 24.
Nel totale dell’inverno ho ricevuto una bolletta 390 e una 200. È vero che abbiamo consumato più dello scorso anno ma non è vivibile aumentare i prezzi di oltre il doppio su gas e luce. Ognuno purtroppo ha le sue esigenze.

Cone cambia la vita? Premetto che causa pandemia mio marito perse il lavoro e da un mese a questa parte dopo due anni adesso lo ha ritrovato. Siamo ceto medio, medio basso ormai. Ho dovuto diminuire il cibo ai cani. Non compriamo abbigliamento da ormai 5 anni, quindi qualcosa non andava già. Non compriamo pesce. Non compriamo – come detto dai vostri intervistati – alcol e dolci. Compriamo il prodotto più economico. Ma non per la bimba per la quale tra latte e omogeneizzati, pannolini, creme e salviette vanno via 500 euro al mese. Anche quest’anno niente a viaggi. Le spese mediche evitiamo io e mio marito per lasciare soldi per mia nonna di 82 anni e per la bimba. E’ dura. Avevamo una signora che ci aiutava durante la mia gravidanza. Purtroppo non ce la possiamo permettere.

Il nostro Isee e di 26mila euro l’anno: non ho problemi a dirlo ed è dura un continuo tagliare su acquisti. Sport e cultura non ne parliamo. Non vado a cinema o teatro da anni. Non ci possiamo permettere l’apparecchio acustico per nonna. Non facciamo scorte di prodotti. Prima si finisce tutto in frigo e in dispensa dei detersivi poi si compra il singolo pezzo. Non abbiamo agevolazioni dallo stato o bonus oltre quello della bimba. Non so più su cosa tagliare.

Ma su di lei non lo farò mai.

Lettera firmata

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Apprendo che mai come adesso l’espressione “mal comune, mezzo gaudio” trovi una sua collocazione perfetta nella realtà. Da una parte non ti senti sola, dall’altra, la frustrazione, il senso di impotenza fino a rasentare la depressione, la fanno da padrona.

La mia famiglia è composta da 4 persone (2 figli adolescenti e genitori) e, tra alti e bassi, la vita andava avanti più o meno serena. Mio marito è agente di commercio, cavolo, il rappresentante per definizione è ricco ed io sono infermiera, in una botte di ferro, penserete. E invece, purtroppo, per tutti i motivi già esposti da chi vi ha scritto prima di me, ci troviamo davvero in difficoltà molto serie. Ovviamente il lavoro di mio marito si è bloccato ormai più di due anni fa e io mi trovo a (non più) far fronte a tutte le spese (solo l’affitto ci strappa 900 euro al mese).

Va da sé che abbiamo iniziato la giostra delle finanziarie, sperando in una ripartenza rapida dell’economia. Per farla breve, adesso non riesco a pagare la rata del prestito, a meno che non vada a vivere sotto un ponte oppure non cerchi di guadagnarmi i soldi illegalmente, cosa che non rientra nei miei principi. Mi aspetto telefonate minatorie, stalking e tutto quanto possano cercare di fare per recuperare i loro soldi: e io? Sarò in grado di reggere la pressione?

Lettera firmata

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Ho da poco compiuti i miei 62 anni. Mi avvicino alla pensione. Dovrei essere felice ma in effetti non lo sono. Già ora con il solo mio stipendio ho fatto I salti morali, affitto, condominio, acqua, luce, gas, benzina, meccanici. Medicine, esami laboratorio, analisi, cure dentistiche. E tasse universitarie. Ho tre meravigliosi ragazzi laureati con il corso completo di cinque anni. Per il loro studio ho dovuto privarmi (con gioia) anche di una pizza insieme ai colleghi, non ho cambiato l’auto, non ho fatto nessun tipo di vacanze. Solo estati calde ed afose dal mio appartamento in fitto all’ultimo piano. Caldo d’estate, freddo inverno.

Per affrontare innumerevoli problemi, anche di salute, ho attinto da un mio piccolo gruzzolo, poi un prestito, poi un secondo… Poi un anticipo sulla liquidazione e per non parlare poi di aiutini familiari che ho dovuto restituire. Non ho mai capito se lavoro per vivere o vivo per lavorare. Ecco poi la pandemia ed ora la guerra. “Bonus a tutti”: ma tutti chi. Rottama l’auto c’è lo sconto, e il resto? Cambia gli infissi, i sanitari, mobili nuovi, televisione ecc ecc. Bonus per chi ha i soldi però. Ho scoperto che sono ricco dal mio Isee: circa 15mila euro. Non rientro in nessun bonus. Con figli superiore ai 18 anni per una famiglia monoreddito in fitto: nulla. (…)

Io e mia moglie tre figli e abbiamo sopportato tutto senza bonus. Avrò tra poco il bonus di 200 euro in busta paga, la quattordicesima a luglio, una boccata d’aria. Pagherò qualche arretrato e forse un bel gelato il 15 agosto dal mio caldissimo balcone. Non so se queste poche righe serviranno, ma almeno ho potuto sfogarmi un po’.

Luigi

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