Con stipendi fermi da anni basta poco per varcare la soglia che porta al conclamato disagio economico e secondo le stime dell’Autorità per l’energia una famiglia tipo spende per le bollette mille euro in più all’anno. L’aumento dei prezzi spinge verso la soglia di povertà il ceto medio-basso che non è tutelato dai rincari: redditi troppo bassi per non sentire gli aumenti, ma troppo alti per poter accedere ai bonus. Dai soggetti come la Caritas che hanno il polso della condizione delle famiglie più deboli arrivano i primi riscontri. Ecco alcune delle testimonianze che avete voluto raccontare a ilfattoquotidiano.it. Aspettiamo le vostre storie a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it

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Caro Fatto,

mi chiamo Vanja, ho 38 anni, sono un padre di famiglia, sono nato a Sarajevo e sono immigrato con mio fratello e mia mamma nel 1994, scappando dalla guerra in Bosnia. Ho due figli, di 1 e 4 anni (Enea ed Elia). Convivo con la mia compagna, Valeria, che ha 34 anni. Siamo insieme dal 2008. La mia compagna è inoccupata (dopo vari contratti a termine nel settore agricolo e altri): non è riuscita ad avere la disoccupazione e ora è a casa e si occupa dei bambini (il più grande va all’asilo, il piccolo partirà, forse, da settembre). Io fortunatamente ho un lavoro stabile presso la Cna Servizi dove ho svolto assistenza informatica per 5 anni, poi 2 nell’ufficio commerciale/marketing, poi altri 8 anni in amministrazione e poi ora di nuovo all’ufficio IT. Guadagno 1500 euro al mese con 14 mensilità. In più c’è l’assegno unico da 350 euro. Il saldo del mio conto corrente è circa 3mila euro.

Nel 2017 abbiamo acceso un mutuo da 95mila euro e comprato una vecchia casa in campagna (del valore di 102mila euro). La rata del mutuo (tasso variabile) “balla” tra 480 e 500€. 110 euro se ne vanno mensilmente per la retta dell’asilo. 150 per il gasolio per andare a lavorare 45km giornalieri. Due bolli auto, due polizze Rca, pneumatici, cambio olio, freni. 60 euro per le spese condominiali. Mettici la spesa per mangiare (300€/mese circa) da Eurospin. Le bollette. Al secondo figlio la spesa per la raccolta rifiuti è schizzata a quasi 200 euro (prima spendevo 45 euro). L’acqua è passata da 50 euro a 190 euro a semestre. La bolletta della luce è passata da 90 a 270 euro (gennaio/febbraio 2022). Che cosa rimane a fine mese? Zero, ma è già un lusso così, c’è chi si indebita per arrivare a fine mese. Una volta mi avevano anche staccato la luce per tardato pagamento. Il vicino di casa dal cuore grande mi ha permesso di tirare una prolunga a casa sua per far funzionare la lavatrice (con due bambini piccoli la montagna di panni sporchi cresce a vista d’occhio).

Quando è uscito il DL34 (Decreto Rilancio/Superbonus) ho gioito ma poi mi sono dovuto scontrare con la dura realtà dell’incompetenza dei tecnici e dei soliti “furbetti” pronti a fregarti. Alla fine, grazie a Draghi e soliti banchieri, niente superbonus per noi. Allora abbiamo deciso di prendere la situazione in mano. Abbiamo l’orto e riusciamo a risparmiare considerevolmente nei mesi caldi, grazie anche ai vicini di casa che anche loro hanno l’orto, ci si aiuta a vicenda.

Complice la mia passione per l’elettronica/elettrotecnica e fai da te in genere, ho realizzato il mio impianto fotovoltaico con il quale riusciamo a ridurre i consumi energetici di oltre il 50 per cento. Un investimento che, se i prezzi rimangono questi, si ripaga in 6 mesi. I componenti sono stati acquistati usati (6 pannelli da 250W, 200 euro) inverter grid-tie a 230 euro dall’Inghilterra. Si fa di necessità virtù. Ai miei figli voglio insegnare ad essere responsabili ed onesti e, soprattutto, di non arrendersi davanti alle difficoltà. Difficoltà che in questi tempi arrivano da chi dovrebbe, invece, tutelare i cittadini, permettendo ai genitori di fare figli senza doversi preoccupare soltanto di portare il pane in tavola. Lo Stato dovrebbe avere il pugno duro con le multinazionali e le società energetiche che stanno “mungendo” i più poveri.

Anche per questo motivo, la mia è una forma di protesta. Mi autoproduco l’energia, riducendo gli introiti a chi di milioni ne ha fatturati fin troppi e i soldi risparmiati posso utilizzarli per iscrivere i figli a qualche corso di sport (piscina, nel nostro caso). Il mio impianto è illegale, lo so. Ma è realizzato a regola d’arte, ho il diploma di elettronica e telecomunicazioni. Se dovessi acquistare un impianto “a norma”, chi ce li ha 3-4mila euro da investire ora?

Vanja

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Ho lavorato per 39 anni in un’azienda elettrica a partecipazione statale, per contratto una parte del salario veniva corrisposto in natura, cioè con lo sconto nel limite di 7000 kWh annuali: sulla parte scontata veniva calcolata, in ragione della progressività, l’Irpef, contributi previdenziali. Tale riconoscimento, accompagnava anche il pensionato elettrico, vita natural durante. A partire dal 2016, il diritto, per i pensionati elettrici, è stato disdetto, unilateralmente, dall’azienda elettrica erogatrice del servizio. Le bollette elettriche nel periodo estivo, passarono, bimestralmente, da 70 euro a 160 euro, e quelle invernali da 80 a 175 euro.

Il picco degli aumenti, iniziarono nel 2021 sulla bolletta novembre dicembre, con l’importo di 270 euro ma quella del bimestre gennaio febbraio 2022 passò a 379 euro. Rimasi sconvolta e comportò una sostanziale modifica nella qualità di vita familiare: riscontrato che i consumi contabilizzati risultavano inferiori rispetto alle precedenti bollette, ho eliminato l’utilizzo di alcuni elettrodomestici, ottenendo il risultato della diminuzione dell’importo della bolletta successiva a 305 euro. Il mio stile di vita è modificato, le stoviglie le lavo a mano, utilizzo acqua fredda, lo scaldabagno con il timer, e per la doccia stempero l’acqua al limite accettabile, la lavatrice a pieno carico, con regolazione dei tempi e temperatura dell’acqua a 30 gradi.

Sono pensionata, il mio reddito è considerato fascia medio alta, ma con le trattenute Irpef e addizionali, comunale e regionale, si riduce ai livelli di reddito della fascia intermedia, quindi con tanta fatica devo ridurre i consumi elettrici, per poter mantenere il potere d’acquisto del paniere e poter accedere eventualmente curarmi se è necessario vista la mia età.

Lettera firmata

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Quest’anno dopo una malattia di mia figlia che ci ha costretto in casa tutto il giorno, accendere il riscaldamento era necessario come il pane e per l’energia la stessa cosa. Quando stai male e l’unica cosa che puoi permetterti è la casa non poter avere il conforto del calore e della tv o di una stufetta in più in bagno è una vera tortura. Quindi ti trovi a scegliere se mangiare bene o riscaldarti o pagare l’affitto oppure il condominio. Cosa tagli di queste cose necessarie? Così mi sono rivolta alla Caritas che mi ha aiutato a pagare un paio di bollette. Sono divorziata con una figlia malata e percepisco il reddito di cittadinanza che mi basta per affitto e cibo. Le bollette invernali rimangono fuori oppure rinunci al cibo. Così una persona “normale” come me, che fino a poco tempo fa non doveva scegliere se mangiare o pagare il gas, si ritrova con smarrimento e angoscia a varcare la porta del Caritas e/o sperare che arrivi il reddito di cittadinanza, per non scivolare nella totale disperazione, fino ad oggi sconosciuta.

Mara

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Ringrazio per l’occasione che ci fornite di poter almeno sfogarci peri questa che, almeno per me, è una tragedia che sta rovinando la mia vita più di due anni di pandemia. Sono single, impiegato, protestato già in gravi difficoltà economiche e senza una famiglia alle spalle ma almeno le bollette riuscivo a pagarle. Vivo solo in buco di bilocale di 42 metri quadri in affitto e dalle 8 del mattino alle 7 di sera è chiuso e spento. Prima la bolletta più salata, quella di gennaio, arrivava a 250 euro comprensiva di luce e gas, ora a parità di consumi (anzi, ancora più limitati) mi sono già arrivate nel 2022 due bollette di 370 euro. Per la prima ho potuto solo chiedere la rateizzazione che consisteva in saldare subito metà bolletta e tre rate successive di circa 60 euro ovviamente le ultime due rate si sono sovrapposte alla seconda bolletta per la quale non è neppure prevista rateizzazione.

Ho provato a farmi calcolare l’Isee per richiedere lo sconto ma a quanto pare sono ricco, ho un Isee pari a 15mila euro anche se non appena lo stipendio di 1.300 euro entra in conto viene decurtato esattamente di un terzo avendo un affitto pari a 430 euro però per lo stato italiano contano le entrate, non le uscite fisse e obbligatorie per determinare se puoi sopravvivere o meno. Vorrei davvero chiedervi con il cuore e umiltà che sottolineaste che il tanto vantato innalzamento della soglia di 12mila euro di Isee per richiedere lo sconto in bolletta è stato appositamente calcolato con il bilancino per poter declamare in televisione un aiuto agli italiani ma di fatto determinato per continuare ad escludere tutta la fascia media dei dipendenti e continuare ad aiutare solo e sempre gli stessi.

Il lockdown lo sto vivendo da 8 anni, mi alzo la mattina per andare a lavorare solo per pagare affitto, bollette, tasse e multe arretrate dovute ad un anno di disoccupazione da cui non riesco più a riprendermi. Vivo con l’ansia di trovare giornalmente nella cassetta raccomandate, ingiunzioni e biglietti anonimi scritti dai recupero crediti. Sopravvivere non è vivere e quando un essere umano lavora per sopravvivere è uno schiavo non un uomo libero.

Fabio

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Vivo da sola monoreddito e con un figlio all’università fuori sede e fuori corso. L’ultima bolletta del gas – avendo acceso un’ora al mattino e una la sera – era di quasi 400 euro e l’ultima di Enel servizio di maggior tutela di 162 euro. Oltre al fatto di essere sola non sono a casa quasi mai. L’anno scorso ho fatto un prestito di 6mila euro che è già finito e ora sto facendo la spesa a debito da un amico che ha il negozio di generi alimentari. Il mio ex marito non lavora da 6 anni e non percepisce reddito. Il mio lordo è di 29mila euro che al netto si riduce di tanto. Sono dipendente statale. Dovrebbero tassare i redditi alti non darci elemosine da 200 euro.

Lettera firmata

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Sono una ragazza di 26 anni, laureata in ingegneria, convivo con il mio ragazzo, laureato in ingegneria, e assunto a tempo indeterminato da ormai un anno. Io ho deciso di iniziare il dottorato, per cui si parla di 16mila euro lordi l’anno (tra parentesi non so se avrò nemmeno accesso al bonus una tantum di 200 perché di dottorandi e assegnisti di ricerca nessuno ha mai parlato). Il mio ragazzo percepisce circa 25mila euro lordi l’anno, è altamente specializzato ma in un anno di lavoro non ha percepito un aumento.

Ora ditemi come io e il mio ragazzo possiamo pensare ad un futuro stabile se un terzo dei nostri stipendi va in affitto e il resto in bollette, auto e cibo, dato che io non ho nemmeno diritto ai buoni pasto perché si sa, la categoria dei dottorandi ha meno diritti degli studenti e pure dei lavoratori. Inoltre viviamo a Trento dove il costo della vita è abbastanza alto. L’anno scorso vivevamo a Milano, in cui io venivo sfruttata in una società di consulenza e i miei genitori mi pagavano l’affitto, sennò figurarsi se arrivavo a fine mese.

Viviamo lontani dai genitori per cui è impensabile pensare di avere un figlio, perché, si sa, il welfare italiano si basa sui nonni. Ma comunque non potremmo nemmeno permetterci di affittare una casa più grande per fare spazio ad un bimbo. Però poi mi raccomando anche se decidessimo di fare un figlio si assumono solo donne “anta” che hanno fatto tutti i giri di boa. Mi chiedo se sia giusto così, sentirsi “privilegiati” perché possiamo comunque contare sul sostegno economico dei genitori. Mi chiedo se mai saremo indipendenti finanziariamente dato che non siamo gli unici in questa situazione: amici laureati percepiscono dai 1200 ai 1400 euro al mese.
Scusate lo sfogo, ma mi piacerebbe che venisse dato più spazio a quella che credo sia la maggior parte delle giovani coppie nella nostra situazione. Perché l’Italia non è fatta solo da reddito di cittadinanza e da baristi e ristoratori.

Lettera firmata

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Sono un ragazzo di 26 anni che convive con la sua compagna da quasi un anno, voglio dare una testimonianza del nostro stile di vita per quanto riguarda il “vivere un’abitazione” e il sostenerne le spese. Noi usciamo presto la mattina, intorno alle 8, per ritornare a fine giornata alle 21 circa, tenendo le luci delle stanze dunque, accese per poco più di 4 ore al giorno (tra mattina appena svegli, e sera). In media la nostra bolletta mensile è di 65 euro contando anche il regime di fascia bi-oraria che promuove l’utilizzo di corrente elettrica nelle ore serali e nei weekend. Lo stesso discorso vale per le spese inerenti al gas, i cui importi sono anch’essi intorno ai 60-70 euro mensili. Facendo dei semplici calcoli, contiamo che due ragazzi che lavorano praticamente tutto il giorno e non sono mai in casa se non nei fine settimana, vanno a spendere in media 140 euro al mese solo per le utenze di casa, e questa spesa è considerato un risparmio, stando attenti a non lasciare luci accese se non strettamente necessario.

Luca

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Sono mamma di tre bimbi, messa a lavoro part time con l’arrivo del terzo figlio. Il mio stipendio netto è 1100-1130 euro in media al mese e vengo da un anno e mezzo di Cassa Integrazione Covid. Allo stipendio per fortuna si aggiungono assegno unico e mantenimento dei figli da parte dell’ex compagno. Quest’anno da gennaio a maggio ho pagato 930 euro di bollette tra luce e gas. Un salasso! Quasi 1000 euro in soli 5 mesi. Per non parlare dell’aumento del carburante e della spesa in generale. Per fortuna con l’arrivo del caldo e un terrazzo grande ho iniziato a stendere i panni e a non usare l’asciugatrice (che era ormai indispensabile viste le 5-7 lavatrici settimanali).

Ma il prossimo inverno? Avrei avuto necessità di cambiar casa per avere un secondo bagno ed una stanza singola per il bimbo più grande, ma è una scelta sulla quale ho dovuto soprassedere, vista l’incertezza sul lavoro e l’aumento delle spese e non posso permettermi un mutuo. La prima spesa tagliata è stato un abbonamento mensile su una piattaforma dedicata ai genitori e ridotto tutte le spese, anche se con tre bimbi in fase di crescita, scarpe e vestiti serve cambiarli (per fortuna tre maschietti). Ma oltre all’aumento delle bollette, le mie entrate con l’abolizione (per la mia fascia di reddito 16.466 euro quest’anno) del bonus Renzi e l’introduzione dell’Assegno Unico sono diminuite di 215-430 euro al mese. Volevo infatti segnalare che il tanto sbandierato Assegno Unico ovviamente basandosi sull’Isee e non più sul reddito, ha fatto perdere le detrazioni in busta paga a me e al mio ex compagno.

Inoltre dato che il governo dei migliori non ha tenuto conto dei separati conflittuali mi è toccato pure ricorrere all’avvocato per la pretesa del mio ex di avere il 50 per cento dell’assegno. Praticamente in base al calcolo Anf avrei dovuto percepire 608 euro di soli assegni familiari ai quali si aggiungevano le detrazioni mentre da marzo l’assegno complessivo ammonta a 400 euro escludendo le detrazioni che sono state bruciate (215 euro in due). Questo perché il mio Isee è alto (avendo auto e due case al 50% con mio fratello) ma l’entrata mensile in realtà da marzo è diminuita….e di tanto. C’è qualcosa che proprio non torna: sbagliavano prima o hanno preso un abbaglio adesso?

Lettera firmata

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Sono single, divorziata e quindi monoreddito, per fortuna lavoro. Quest’anno ho ricevuto tre bollette del gas da 350 + 535 + 430 euro e forse non è finita. Basterebbe levare le tasse fisse che da secoli sono inique e particolarmente ora. Inoltre: benzina, bolli auto, troppe spese. Saremo costretti a fare cosa? Andare alla Caritas? Si parla di calmierare la benzina, per esempio, ma il costo supera un euro e 80 centesimi. E’ assurdo. Non vogliamo negare gli aiuti all’Ucraina, ma possiamo permettercelo, come stato con un deficit di 2000 miliardi di debito? (Se non erro).

Paola

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