Stretta sulle armi in Canada. Il premier Justin Trudeau, dopo la strage in una scuola degli Stati Uniti, ha annunciato un progetto di legge che prevede “il congelamento nazionale della proprietà delle armi”. “In altre parole”, ha scritto su Twitter, se il provvedimento sarà approvato “non sarà più possibile acquistare, vendere, trasferire o importare pistole in qualsiasi parte del Canada”. La legislazione non vieterebbe a titolo definitivo il possesso, ma ne renderebbe illegale l’acquisto.

Inoltre, con questo disegno di legge, ha spiegato ancora Trudeau, verrebbe tolta la licenza per le armi da fuoco “a coloro che sono coinvolti in atti di violenza domestica o molestie criminali, come lo stalking”, oltre a dare più strumenti alle forze dell’ordine per “combattere il contrabbando e il traffico di armi”. Inoltre, si legge in una nota, “il governo del Canada richiederà che i caricatori delle armi a canna lunga vengano modificati in modo che non possano mai contenere più di cinque colpi e vieterà la vendita e la compravendita di caricatori di grande capacità”. Un modo per limitare la potenza devastante dei fucili semi automatici usati spesso da chi compie i massacri.

Quindi Trudeau, che poco prima aveva incontrato i giornalisti, ha concluso: “Non c’è alcuna ragione per cui qualcuno in Canada debba avere armi nella sua vita quotidiana, a parte quelle per la caccia e le attività sportive“. Se approvato, il provvedimento dovrebbe essere applicato a partire dall’autunno. Il Canada ha già vietato, due anni fa, 1500 tipi di armi d’assalto militare, come i fucili AR-15 rifle usati dal 18enne Salvador Ramos nella strage di Uvalde (Texas), costata la vita a 19 bambini e 2 insegnanti.

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