Oggi è stata pubblicata una nuova investigazione che documenta le condizioni dei conigli allevati in Italia. A divulgarla, la coalizione italiana a sostegno di End the Cage Age, l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede la fine dell’uso di ogni tipo di gabbia per gli animali allevati a scopo alimentare. Le immagini sono state raccolte da Essere Animali — che fa parte della coalizione — tra il settembre 2021 e l’aprile 2022, in sette allevamenti situati in Veneto, la regione dove viene prodotto oltre il 40% della carne di coniglio a livello nazionale, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Nei capannoni gli animali sono rinchiusi in piccole gabbie in batteria, dove sono presenti 2 o 3 conigli adulti o 6-7 conigli giovani. Le gabbie sono interamente formate da reti metalliche, incluso il lato inferiore dove poggiano le zampe degli animali, e non hanno arricchimenti ambientali adeguati.

Grazie a una micro telecamera installata dai nostri investigatori in una gabbia per un periodo di 12 ore, abbiamo documentato il comportamento di questi animali nell’arco di una giornata.

Come accade spesso in strutture come questa, gli animali hanno comportamenti stereotipati, vale a dire comportamenti ripetitivi senza funzione apparente, dovuti all’impossibilità di muoversi e di soddisfare i loro bisogni etologici. Alcuni sono apatici, altri feriti alle zampe, alle orecchie e alla testa, sia per le condizioni delle gabbie, sia per l’aggressività dei compagni. In alcune gabbie sono presenti carcasse di animali deceduti.

Le coniglie che hanno avuto dei cuccioli non possono esprimere il loro istinto materno in modo adeguato. È l’operatore a decidere quando possono accedere al nido, perciò non sono loro a scegliere quando interagire con i propri cuccioli e questo è causa di notevole stress. Le immagini mostrano infatti le coniglie mentre grattano compulsivamente la porta (chiusa) del nido.

La reclusione e lo stress possono provocare negli animali anche debolezza ossea e deformazioni scheletriche, compromettendo il loro sistema immunitario fino allo sviluppo di malattie respiratorie e dermatiti alla pelle. La legge inoltre non indica le dimensioni minime delle gabbie, motivo per cui attualmente gli animali adulti hanno a disposizione uno spazio grande come un foglio A4. La restrizione di movimento è uno dei problemi maggiori per questi animali, che nelle gabbie non riescono persino a stare eretti sulle zampe posteriori.

Queste problematiche, sottolinea la coalizione, sono dovute alle condizioni di allevamento in gabbia. Condizioni che privano gli animali di spazio vitale e stimoli, fattori fondamentali per un’esistenza quantomeno dignitosa e che sono quindi incompatibili con il benessere animale. Con questa indagine la coalizione chiede al governo italiano di appoggiare il divieto di allevamento in gabbia che sarà proposto dalla Commissione Ue e anticipare il divieto a livello nazionale il prima possibile.

Il 30 giugno 2021, la Commissione europea si è impegnata a eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti europei tramite una normativa dedicata — un risultato straordinario dovuto ai 1,4 milioni di persone che hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age. Ma, una volta presentata, la proposta legislativa dovrà essere valutata e approvata anche dal Consiglio dell’Unione europea, composto dai ministri degli Stati Membri. Per questo è fondamentale che l’Italia sostenga senza riserva questa transizione.

Il governo italiano è di fronte a un bivio: nei prossimi mesi dovrà decidere se avallare un sistema di allevamento anacronistico, che costringe esseri senzienti a vivere in condizioni di grave privazione all’interno delle gabbie, sottoponendoli di fatto a sofferenze fisiche e mentali, o se appoggiare il divieto di questa pratica abominevole ed essere baluardo anche in Europa di cambiamenti virtuosi in favore di maggiore tutela degli animali allevati del benessere animale.

Partecipa alla campagna per eliminare le gabbie per gli animali: firma l’appello.

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