Una nostra nuova indagine mostra l’abbattimento di 300 mila polli in un allevamento dove è stato registrato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità, sottotipo H5N1. L’allevamento in questione si trova in provincia di Vicenza, proprio nella regione più colpita dal virus.

Le immagini riprese dal nostro team investigativo grazie all’uso di un drone mostrano migliaia di polli raccolti con la pala di una ruspa e gettati in un container dove vengono ammassati fin quasi al bordo. Una volta riempito, il container viene sigillato e riempito di gas; ma prima che le operazioni finiscano passano circa 30 minuti, durante i quali gli animali provano stress e paura, e probabilmente anche dolore fisico dovuto allo schiacciamento.

I focolai di influenza aviaria nel nostro Paese non si arrestano e da ottobre scorso, come riporta l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sono stati registrati 308 focolai soltanto nel pollame domestico. Molti altri hanno invece interessato gli animali selvatici. L’aviaria al momento non è trasmissibile tra esseri umani, ma diversi casi riscontrati nei mesi scorsi in varie parti del mondo hanno destato forte preoccupazione. Gli scienziati non escludono che in futuro il virus possa mutare e trasmettersi tra persone, mettendoci di fronte alla possibilità di una nuova epidemia. Nel frattempo gli animali abbattuti soltanto in Italia sono circa 15 milioni.

Le condizioni in cui sono costretti a vivere gli animali negli allevamenti intensivi creano le condizioni ideali per la diffusione e la mutazione dei virus. Sovraffollamento, individui geneticamente identici e basse difese immunitarie fanno sì che i virus possano dilagare senza incontrare ostacoli. Per questo motivo, con questa indagine vogliamo ancora una volta puntare il dito contro un nostro sistema alimentare che basandosi sul consumo massiccio di prodotti animali non fa che mettere a rischio la salute degli animali. E la nostra.

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