Comincerà venerdì 13 maggio a Milano il primo processo su un caso di ‘catcalling‘, cioè le molestie verbali rivolte per strada o in luogo pubblico, a carico di due militari dell’esercito. I due, trasferiti dalla caserma in cui prestavano servizio e sospesi, sono accusati di aver preso di mira una 20enne lo scorso anno, per almeno tre volte con espressioni pesanti e insulti nello stesso pomeriggio.

L’inchiesta era stata chiusa nel luglio dello scorso anno il dipartimento “Fasce deboli” della procura di Milano, guidato dall’aggiunto Letizia Mannella. Adesso si è arrivati al processo che si aprirà davanti a un giudice monocratico. I due militari erano addetti all’operazione Strade Sicure. Nei mesi scorsi sono stati interrogati, su loro richiesta, dagli agenti del commissariato Lorenteggio. Sono accusati entrambi per molestie e uno dei due anche per minacce.

Secondo gli accertamenti, quel pomeriggio nella primavera del 2021 la giovane, studentessa universitaria, per tre volte è stata “bersagliata” da frasi sgradevoli e insulti. La ragazza, turbata e risentita, aveva chiesto soccorso prima al fratello e poi al padre, intervenuti in sua difesa. Poi è arrivata la denuncia e l’indagine della magistratura milanese, la prima nel capoluogo lombardo sul fenomeno del ‘catcalling’. Un fenomeno che era diventato oggetto di dibattito pubblico nei mesi scorsi dopo lo sfogo sui social di Aurora Ramazzotti, che aveva raccontato di essere stata vittima di molestie di questo genere. Secondo il rapporto Istat 2018 sulla percezione della sicurezza per la popolazione (riportato dal Sole 24 ore), il 36,6% delle donne intervistate aveva detto di non uscire di sera per paura (gli uomini sono l’8,5%) e il 35,3% ha dichiarato invece che quando esce da sola di sera non si sente sicura.

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