Molti anni fa scrissi che mi pareva strano che la Prefettura di Milano potesse far partecipare e vincere per ben due volte il direttore delle opere di una Fondazione che, contemporaneamente, era indagato per ammanco alle casse dei frati minori, costituitisi parte civile, di 23 milioni di euro di donazioni. Lui vinse i bandi, il suo processo si chiuse per prescrizione, i soldi spariti forse insieme ad un signore laico, anch’esso indagato ma trovato impiccato. I suoi superiori lo ridussero allo stato laicale dopo la sentenza di prescrizione che non rifiutò. Io che scrissi cinque articoli fui querelato per tre e condannato per uno in primo grado.

Il 4 maggio vengo assolto in appello anche per l’ultimo, dopo cinque anni di pensieri e sofferenze. Esse troveranno sollievo solo dopo il risarcimento danni che chiederò in sede civile al finto frate, da dare interamente in beneficenza. Ora io mi sento come si sentì Enzo Tortora quando tornò in televisione: quel “dove eravamo rimasti” ora diventa realtà per me, per continuare la mia lotta di civiltà, di regole e di onestà che il finto frate ha fermato con la querela.

Per questo motivo sono stato il 27 marzo 2022 a colloquio privato con l’Arcivescovo Delpini. Se lui non farà nulla chiederò un colloquio con il Papa. Perché il finto frate non ha perso le cattive abitudini. Va in giro con il saio a cui ha tagliato il cappuccio, travestendosi da carnevale, ma in questo modo non può essere denunciato. Ma così facendo e avendo la sede della Fondazione ancora a Sant’Angelo, si maschera per chiedere “sostegno economico” a persone che non riescono a capire. Ho chiesto all’Arcivescovo di fare chiarezza sulla coabitazione di frati e finti frati per gli uomini di buona volontà che donano il proprio tempo o i propri soldi.

E ora la mia domanda che attende risposta, come quella che posi alla Prefettura, viene allargata anche al Comune di Milano, a cui chiedo: come ha permesso di poter partecipare ad un bando – e vincerlo per ben due volte – per la gestione dei profughi di due cascine milanesi ad una Fondazione il cui direttore delle opere è ancora il finto frate? Dove prende i milioni di euro previsti per la ristrutturazione e l’affitto? Siamo sicuri che sia la cosa giusta e che sia stata controllata la tracciabilità? Ma non solo. Sembrerebbe che la stessa Fondazione abbia fatto lavori abusivi per ristrutturare lo scalo ferroviario di Corsico finito sempre nelle sue mani!

Sono molto felice che dopo le puntate di Alberto Nerazzini dell’epoca per Report ora un altro noto giornalista, di #fuoridalcoro, se ne sia interessato nella puntata del 3 maggio scorso. Ringrazio di cuore Mario Giordano e il suo inviato Nicolò Calcagno. Con loro aspetto risposte. Allora si parlava di extracomunitari per la gestione della Caserma Montello, ora si tratta di profughi ucraini che scappano dalla guerra. Occorre essere certi della loro serenità. Proprio dalla puntata di Fuori dal Coro ho appreso come il Papa si sia espresso in un incontro pubblico: “Il Signore è buono perché quando una congregazione religiosa non va per la strada del voto di povertà di solito invia un economo che fa crollare tutto. E questa è una grazia”. Io voglio essere il custode di questa grazia.

Articolo Precedente

Mps, derivati Alexandria e Santorini: tutti assolti in appello a Milano gli imputati

next
Articolo Successivo

Verona, carabiniere confessa di aver rubato una carta di credito durante un posto di blocco: condannato a 2 anni di reclusione

next