Il nome stesso è un paradosso e una beffa. Lo hanno chiamato Not, Nuovo Ospedale di Trento, ma di nuovo non ha proprio nulla. Perché vent’anni dopo il primo abbozzo di idea, dell’ospedale che dovrebbe sostituire il Santa Chiara, già nel 2001 dichiarato insufficiente, non c’è proprio nulla tra progetti, ricorsi, assegnazioni, marce indietro, bocciature, inchieste della Corte dei Conti e adesso anche della magistratura ordinaria. Per chi non avesse idea delle proporzioni economiche, si tratta di un affare da un miliardo e 700 milioni di euro.

La notizia più recente, che ha creato uno sconquasso nel capoluogo della provincia autonoma, riguarda l’indagine delle Fiamme Gialle che ha messo nel mirino l’impresa Guerrato di Rovigo, vincitrice nel 2020 dell’appalto dopo una serie di ricorsi. Erano sopravvissute solo in due, oltre a Guerrato, la Pizzarotti che però ha presentato ricorso contro l’assegnazione alla ditta concorrente per mancanza di solidità del progetto di finanza.

Ed è proprio su questo aspetto che punta la Procura della Repubblica, dopo aver iscritto due nomi (a diverso titolo) nel registro degli indagati, per turbativa d’asta, falso ideologico ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Si tratta di Antonio Schiro, amministratore delegato della Guerrato, residente a Rovigo, e di Rosario Fiorentino, amministratore in carica di Auriga, una società con sede a Malta che ha sostenuto finanziariamente il progetto dei veneti. Intanto gli investigatori si sono recati nella sede della Provincia di Trento per acquisire la documentazione riguardante l’appalto, ma non risultano ipotesi di reato a carico di amministratori pubblici.

La situazione è esplosiva, anche perché a inizio aprile la Conferenza dei servizi della Provincia aveva espresso forti perplessità sul progetto, avvalorando quindi l’ipotesi di una revoca dell’incarico. Se ciò accadesse, l’ospedale tornerebbe al punto zero, con un’inevitabile scia di ricorsi e di richieste di risarcimento. Gli inquirenti contestano alla società di gestione del risparmio Auriga di non aver avuto la solidità per sostenere la proposta di un finanziamento da 140 milioni di euro. Anzi, non avrebbe nemmeno avuto i titoli per presentarla, creando così il pilastro finanziario su cui Guerrato ha basato la propria offerta.

Contro l’assegnazione del 2020 la Pizzarotti aveva presentato ricorso, ma il Consiglio di Stato aveva rovesciato una prima decisione del Tar. La Finanza ha cominciato ad indagare un anno e mezzo fa e si è insospettita per il fatto che Guerrato avesse cercato le risorse in una società maltese, senza ricorrere al sistema finanziario italiano. Lo stesso Tar, accogliendo il primo ricorso di Pizzarotti, aveva ritenuto “carente, sotto il profilo istruttorio e motivazionale, l’operato della Commissione tecnica della Provincia, nella parte in cui ha valutato come coerente e sostenibile l’offerta economica della Guerrato, senza considerare che il Piano Economico Finanziario presentato si riferisce a finanziamenti bancari, mentre la manifestazione di preliminare interesse, anch’essa facente parte dell’offerta, proviene da una Sgr”. Il Consiglio di Stato nel 2021 aveva riaffidato l’appalto alla Guerrato, ritenendo “compiuta e circostanziata” la prospettazione finanziaria.

“Secondo la ricostruzione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trento, avvalorata anche dai riscontri eseguiti in territorio maltese grazie ad uno specifico Ordine di Indagine Europeo emesso dalla locale Procura Distrettuale – spiega un comunicato della Gdf – la società maltese non soltanto sarebbe priva dei requisiti patrimoniali atti a garantire realmente la stazione appaltante, ma non sarebbe nemmeno autorizzata a concedere finanziamenti, essendo la propria attività svolta in Italia (senza una stabile organizzazione) limitata esclusivamente al mero servizio di ‘gestione portafogli’”. Il project financing prevede non solo l’esecuzione dei lavori, ma anche la gestione dell’ospedale per 25 anni. Dopo lo stop arrivato dal Conferenza provinciale dei servizi per il progetto Guerrato, è stato incardinato un procedimento di decadenza dell’individuazione del promotore. Una decisione spetta al responsabile unico del procedimento, il dirigente provinciale Raffaele De Col.

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