Perché, a settantasette anni dalla morte, in Italia della lunga ombra di Benito Mussolini non ci si riesce a liberare? Gira e rigira, proprio come scrive Sara Lucaroni è… Sempre Lui. Titolo dell’inchiesta giornalistica pubblicata da Libreria Pienogiorno, in uscita il 21 aprile, che scandaglia l’Italia di ieri e di oggi per comprendere fino in fondo la persistenza di un mito cucito addosso agli italiani perché in fondo a loro somiglia: quello del Duce. Lo spiega l’autrice in uno stralcio che FQMagazine.it pubblica in anteprima. “Se Mussolini è diventato mainstream, se a più riprese si tenta di ripristinare da Nord a Sud la ‘toponomastica originaria’, ovvero quella fascista, se sui social anche chi è nato sul crinale del nuovo millennio occhieggia al Ventennio o ne condivide la retorica e i simboli, se movimenti e gruppi prima marginali ora attaccano frontalmente organizzazioni e istituzioni o si mescolano a chi si candida a governarle, è perchè, con tutta evidenza, a settantasette anni dalla Liberazione di Mussolini ancora non ci si libera. Non ci si può o non ci si vuole liberare”.

Insomma, la persistenza di un dato storico ingombrante, di un fenomeno antropologico profondo e immarcescibile, risuona con quella retorica puntuta da balcone di Palazzo Venezia, con quel roteare inquietante di pupille, tra le riflessioni di importanti storici, sociologi e giornalisti: David Bidussa, Luciano Canfora, Franco Cardini, Emanuele Fiano, Umberto Galimberti, Giordano Bruno Guerri, Helena Janeczek, Vito Mancuso, Paolo Mieli, Tomaso Montanari, Giampiero Mughini e Chiara Saraceno. Un percorso di ricostruzione storica che sfida e si confronta con un frammentario ed eterogeneo presente senza sconti per nessuno. In fondo come diceva donna Rachele: “Mio marito sembrava un leone, ma era tutt’al più un pover’uomo”.

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