Negli ultimi giorni dal terminale del Tarvisio è transitato meno gas. È quello che arriva dalla Russia. In media da qui passano una cinquantina di milioni di metri cubi al giorno, per un totale di oltre venti miliardi di metri cubi l’anno. Normalmente i flussi, monitorati in tempo reale da Snam, sono intorno ai 2,5 milioni di metri cubi standard. Nel corso del settimana sono scesi fino a 300mila, nei giorni scorsi risultavano pressoché dimezzati, su valori mai registrati negli ultimi mesi, salvo tornare oggi quasi sui valori abituali. Dagli stessi dati si può vedere come gli altri gasdotti, ossia il Tap che arriva a Meledugno e una capacità di 10 miliardi di metri cubi l’anno e Eastmed che arriva in Sicilia dall’Algeria e può trasportare fino a 30 mld di mc l’anno e Transitgas che “approda” da Nord al passo del Gries, lavorino a ritmo normale. Anzi un po’ sopra la media degli ultimi mesi.

In questi giorni si sono visti movimenti più consistenti nei rigassificatori, i tre terminal italiani (Panigaglia, Livorno e Cavarzere) dove approdano le navi che trasportano gas liquido. In questo momento Livorno e Cavarzere stanno rigassificando e rifornendo la rete italiana rispettivamente con 600mlia e 900mila mc/h. Snam, controllata al 31% dal Tesoro attraverso Cassa depositi e prestiti, si limita a gestire l’infrastrutture in base agli ordini di acquisto che riceve dalle società che richiedono gas come. Eni, Enel etc. Non è lei insomma a decidere quanto gas comprare. L’Italia, come altri paesi europei, ha ribadito in questi giorni la sua intenzione di ridurre il più e il prima possibile, la sua dipendenza dal gas russo, dopo averla progressivamente aumentata nel corso degli anni portando Mosca ad essere il nostro primo fornitore. Difficile dire se la diminuzione dei flussi sia stata una semplice questione tecnica, ad esempio la necessità di svuotare i rigassificatori che non possono stoccare Gnl, oppure un primo segnale, in coincidenza del viaggio di Mario Draghi in Algeria, inviato al Cremlino.

Sabato scorso il colosso russo Gazprom da cui proviene il gas che rifornisce Italia ed Europa ha ribadito che le forniture, comprese quelle attraverso l’Ucraina proseguono in linea con le richieste dei consumatori europei. Secondo una dichiarazione raccolta da Reuters, le richieste si sono attestate a 78,3 milioni di metri cubi per il 9 aprile, in calo rispetto ai 91,3 milioni di metri cubi richiesti il giorno prima. Ogni giorno i paesi europei pagano in media un miliardo di euro a Mosca per petrolio, gas e carbone.

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