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Andrea Pamparana: “Ho avuto lo stesso tumore neuroendocrino di Fedez. Avevo un dolore fisso alla pancia, essere un po’ ipocondriaco mi ha salvato”

Il giornalista e scrittore milanese a Vanity Fair: "Sono stato operato nel febbraio del 2017: mi hanno tolto un pezzo di colon e una piccola metastasi in un linfonodo. Dopo l’intervento abbiamo studiato una terapia. Faccio un’iniezione una volta al mese di un farmaco che impedisce, o quanto meno rallenta, la formazione di altri tumori neuroendocrini"

di F. Q.

Intervistato da Vanity Fair, il giornalista e scrittore Andrea Pamparana ha parlato della sua battaglia contro il NET, lo stesso tumore neuroendocrino che ha colpito Fedez. Pamparana, 68 anni, è infatti testimonial di NET Italy Onlus, l’associazione che dal 2012 si occupa di fare soprattutto una corretta informazione sui tumori neuroendocrini: “Faccio tutto quello che mi chiede l’associazione – ha detto lui -, scrivo libri, conduco webinar e partecipo a incontri on line e dal vivo, giriamo l’Italia parlando dei NET. La malattia non deve essere un tabù. Sono un comunicatore e metto a disposizione quello che so fare per la causa, essendoci passato e sapendo quanto sia importante parlarne, usando anche le parole giuste. Me l’ha insegnato il professor Umberto Veronesi tanti anni fa”.

Poi è entrato nel dettaglio spiegando come ha scoperto di avere il tumore: “Ammetto di essere stato fortunato. Era il 26 dicembre del 2016. Da qualche giorno avevo un fastidio alla schiena e avvertivo alla pancia un dolore fisso, che non passava. Chiamai una dottoressa che conoscevo che mi consigliò di non prendere un antidolorifico e di andare al Pronto Soccorso”. “Io devo tantissimo a questa dottoressa che mi ha esortato a sopportare ancora un po’ – ha spiegato -. Se avessi eliminato il dolore senza però risolvere a monte, in qualche mese quella massa tumorale magari sarebbe diventata più grande o si sarebbe diffusa diversamente, senza limitarsi all’intestino come nel mio caso. Il NET, come tutti i tumori, prima lo scopri, meglio è”. Quel mal di pancia era diverso da quelli ‘tradizionali’, Pamparana infatti ha spiegato che faticava a stare seduto, dormiva male e durava da moltissimo tempo: “A un certo punto non ce la facevo più. Io sono stato attento, mi sono ascoltato. Per quello dico che essere un po’ ipocondriaco mi ha salvato. A volte quelli come me fanno la figura dei rompiscatole ma è anche vero che ci si salva. Più che ipocondria, parlerei di prevenzione”, ha detto.

In seguito ha raccontato: “Mi fecero tutte le analisi del caso. Oggi abbiamo strumenti diagnostici straordinari. La mattina dopo mi dissero che erano necessari ulteriori accertamenti ma il medico del Pronto Soccorso aveva subito sospettato che si trattasse di un tumore neuroendocrino. Dopo la biopsia, la diagnosi: si trattava di un carcinoide, che è altra cosa rispetto al carcinoma, ben differenziato. In buona sostanza era stato preso nella sua fase iniziale. Sono stato operato nel febbraio del 2017: mi hanno tolto un pezzo di colon e una piccola metastasi in un linfonodo. Dopo l’intervento abbiamo studiato una terapia. Faccio un’iniezione una volta al mese di un farmaco che impedisce, o quanto meno rallenta, la formazione di altri tumori neuroendocrini. E ovviamente faccio controlli periodici e una volta all’anno mi sottopongo a una PET con Gallio, un esame specifico che serve per vedere se ci sono altri NET”.

Infine lo scrittore milanese ha concluso l’intervista parlando di Fedez: “Ho visto le sue foto, lui abbracciato alla moglie e la ferita sulla pancia, tale e quale alla mia. Tra l’altro voglio rassicurarlo: dopo tre mesi nessuno lo avrebbe mai detto. La cicatrice si vedeva appena. Ho pensato a quanto fosse importante mostrarsi così, anche per un discorso di sensibilità. Negli ultimi vent’anni la ricerca ha fatto dei passi da gigante, ci sono cure nuove, farmaci e strumenti per la diagnosi. È vero, il tumore fa più paura di altre malattie ma oggi si può affrontare”.

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