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Gianluca Vialli e il post per la Nazionale: “Sono grato al mio lavoro”. Poi sul cancro: “Non lo combatto, ne uscirei distrutto. Lo considero un compagno di viaggio”

"Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stron**te. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico, ho paura di morire", le parole di Vialli ad Alessandro Cattelan nel programma Netflix 'Una semplice domanda'

di F. Q.

Ne è passata di acqua sotto i ponti dal trionfo della nazionale italiana di calcio agli ultimi Europei. Ad oggi la situazione è decisamente cambiata, complicandosi. Stasera 24 marzo, dalle 20:30 su Rai 1, l’Italia si scontrerà contro la Macedonia del Nord per la semifinale dei playoff di qualificazione ai Mondiali 2022. Accanto agli azzurri ritroveremo Gianluca Vialli, che ha celebrato l’evento sul proprio profilo Instagram, con una foto che lo ritrae sorridente allo stadio di Palermo, in attesa appunto della prima gara. “Trasformare una passione in un lavoro e in uno scopo (come è successo a me!) è una cosa rara e un privilegio assoluto. Quando succede contano solo due cose: essere grati e lavorare ogni giorno per andare oltre i propri limiti. Forza Italia! Forza Ragazzi!”, ha scritto il capo delegazione della nazionale italiana.

Vialli sta lottando con tutte le forze contro una brutta malattia e si è raccontato nella serie tv Netflix – Una semplice domanda – ad Alessandro Cattelan: “Se muori all’improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare le cose. La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi – ha raccontato -. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità. Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L’ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro, ne uscirei probabilmente distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica ‘Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto'”.

E ancora Vialli – nell’episodio dal titolo ‘C’è felicità nel dolore?’ – ha aggiunto: “Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stron**te. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico, ho paura di morire”. Infine ha concluso: “Spero di vivere il più a lungo possibile. Mi sento molto più fragile di prima e ogni comportamento mi porta a fare questo ragionamento, ‘È la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie?’. Sai, l’esempio vale più delle parole. E in questo senso cerco di essere un esempio positivo, cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita. Cerco di spiegare loro che non devi darti delle arie, devi ascoltare di più e parlare di meno, migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso e aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po’ il segreto della felicità”.

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