Lo scorso 22 marzo Roberta Carassai, la mamma di Alessandro Venturelli, il ragazzo scomparso da Sassuolo il 5 dicembre del 2020 di cui ho già scritto in questo blog, mi ha rilasciato un’intervista in cui ha raccontato di essere stata vittima di un’estorsione che ha provveduto a denunciare a Mario Paternoster, capo della Squadra Mobile di Modena. Roberta mi ha confidato che qualche tempo dopo la sparizione di Alessandro e dopo la diffusione della notizia da parte dei media, è stata contattata da una donna che si è dimostrata molto interessata alla vicenda e soprattutto molto disponibile ad aiutare la famiglia del giovane nelle ricerche.

Attraverso numerose telefonate e messaggi, la donna si rivelava molto sensibile ed empatica nei confronti di Roberta tanto che quest’ultima è arrivata a fidarsi della presunta buona fede e dell’impegno dimostratole da chi sembrava intenzionata unicamente a raccogliere le confidenze di una madre consumata dal dolore e da un enorme dispendio di energia fisica e mentale impiegata totalmente per ritrovare l’amato figlio. Questo rapporto di fiducia è durato all’incirca un anno fino a quando, lo scorso 15 marzo, questa persona ha comunicato a Roberta di avere una notizia molto importante per lei e il marito, sostenendo di essere stata contattata da un membro del cartello della droga messicano “Jalisco de Nueva Generation” della città di Naucalpan, che chiedeva un bonifico di 500 euro per effettuare una videochiamata e mettere in contatto i coniugi Venturelli con un giovane dalle caratteristiche compatibili al 100% con Alessandro.

Sebbene in questi casi permanga sempre un po’ di scetticismo, la fiducia nei confronti di questa donna, lo sconforto e la disperazione per l’assenza di un figlio di cui si sono perse le tracce da più di un anno e la volontà di non lasciare nulla di intentato hanno spinto i genitori di Alessandro ad accettare le condizioni dettate dal fantomatico personaggio fino a scoprire, con il passare dei giorni, che quella videochiamata non si è mai verificata.

Prima la richiesta di convertire in dollari un bonifico in euro effettuato on line, poi non era possibile avere contezza della movimentazione del denaro dalla contabile conseguente all’operazione fatta fisicamente presso la banca, poi addirittura, nonostante l’operazione fosse andata a buon fine, la richiesta di effettuare un altro bonifico tramite l’azienda Western Union procrastinando in uno stillicidio infinito di ora in ora, di giorno in giorno, di notte in notte la famosa videochiamata. Adducendo una serie di scuse inizialmente credibili e via via sempre più inverosimili, queste persone hanno approfittato della mamma e del papà di Alessandro per estorcere e tentare di estorcere del denaro speculando in maniera illegale e gravemente immorale sul dolore di una famiglia già distrutta dalla continua tortura di speranze disattese da indagini partite nel modo sbagliato e di avvistamenti e segnalazioni finite in un buco nell’acqua. Le richieste di soldi da parte di questi individui avvenivano paventando situazioni di alto rischio per Alessandro, che sarebbe dovuto uscire dalle grinfie degli affiliati a questo cartello messicano “andando in un luogo protetto e sicuro e camminando per tre ore” in mezzo a chissà quali pericoli per poi scoprire che malauguratamente “era stato venduto ad un cartello colombiano”.

Roberta ha creduto fino all’ultimo alla buona fede di questa donna, pensando che anche lei fosse vittima di questi malfattori, ma ora, dopo aver fatto la denuncia in Questura, comincia a rendersi conto che non si può escludere la sua complicità o addirittura unica responsabilità in questa vergognosa vicenda dato che, come fa notare il capo della Squadra Mobile, l’ipotesi del fantomatico cartello messicano è poco compatibile con una richiesta di denaro piuttosto esigua.

Nell’attesa che la Questura di Modena faccia al più presto chiarezza e assicuri alla giustizia gli autori di questa odiosa opera di sciacallaggio ed estorsione, continuiamo a dare ai genitori di Alessandro tutto il nostro supporto attraverso i media, i social e qualsiasi strumento idoneo a tenere desta l’attenzione sulla scomparsa di un ragazzo che, dopo il fascicolo aperto per sequestro di persona, si fa sempre più fatica ad immaginare lontano da casa per sua volontà.

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