Avevano programmato di svaligiare un caveau di un istituto privato, con all’interno circa 80 milioni di euro. Ieri 31 persone sono state arrestate dopo il blitz delle forze dell’ordine a Calcinato, in provincia di Brescia. Grazie alle indagini, durate cinque mesi e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, con il coordinamento operativo della Direzione Centrale Anticrimine della polizia di Stato, i poliziotti della Squadra mobile di Brescia, i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e il Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato, con il determinante intervento dei poliziotti del Nucleo Centrale Operativo di Sicurezza (NOCS), i 31 rapinatori, specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola, in provincia di Foggia, sono stati arrestati. Con loro avevano un arsenale bellico: quattro kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta UZI, una pistola (con svariate munizioni), 21 bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte. I presunti rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche di ‘ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa 20 autovetture, furgoni e camion destinati a essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle forze dell’ordine; nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau, che custodisce gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona. Tra gli arrestati ci sono anche due guardie giurate dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, accusati di aver svolto il ruolo di “basisti”. I presunti rapinatori erano pronti ad intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati e apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale ubicato a Cazzago San Martino (dove erano stati nascosti i mezzi rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due “covi” situati a Gardone Val Trompia e a Ospitaletto. L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre 300 uomini e mezzi speciali. I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso.

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