Dopo l’annuncio che sei paesi africani produrranno autonomamente vaccini a Rna messaggero, l’azienda farmaceutica statunitense Moderna ha fatto sapere che costruirà in Kenya il suo primo centro per produrre il vaccino mRNA in Africa dopo la firma di un accordo con il governo di Nairobi, mirato a produrre fino a 500 milioni di dosi all’anno.

Moderna prevede un investimento di 500 milioni di dollari (460 milioni di euro) nel nuovo centro che produrrà vaccini per il continente che conta 1,3 miliardi di persone. Finora, secondo il Centro africano di prevenzione e controllo delle malattie, solo il 12,7% degli africani è vaccinato. “La battaglia contro la pandemia di Covid-19 negli ultimi due anni ci ha ricordato il lavoro che deve essere fatto per assicurare l’equità della salute globale”, ha dichiarato Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna, in un comunicato dell’azienda farmaceutica. Quest’ultima ha auspicato di utilizzare il centro per rifornire di vaccini anti-Covid le nazioni africane già dal prossimo anno, nel tentativo di dare una copertura vaccinale al continente meno immunizzato del mondo. “L’investimento di Moderna in Kenya permette di avanzare verso un accesso equo e globale al vaccino ed è emblematico di sviluppi strutturali che faranno dell’Africa un motore della crescita sostenibile globale”, ha affermato il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta.

La necessità di avere una produzione in Africa era stata già espressa in passato. Martin Friede, coordinatore dei vaccini dell’Oms, proprio commentando la nascita del consorzio sudafricano in ottobre aveva detto: “Abbiamo assolutamente bisogno di avere la produzione di vaccini in diversi paesi dell’Africa. L’Africa deve diventare autosufficiente nella produzione di vaccini nei prossimi 20 anni. L’Africa avrà una popolazione enorme nei prossimi 20 anni. Quindi dobbiamo farlo, punto e basta”. La pandemia se da un lato ha messo ancora più in risalto le disuguaglianza tra i paesi, ha dato anche una spinta forte a reagire e a innovarsi. Al momento solo poco più dell’11% della popolazione africana è stata completamente vaccinata contro il Covid e solo il 16% ha ricevuto almeno una dose.

L’impatto della pandemia sul continente è stato meno violento in particolare in alcuni stati anche resta legittimo il dubbio che i dati e lesiano state stime al ribasso. Certo è che l’età media della popolazione africana è di 18 anni (alcuni paesi sotto anche sotto questa soglia) ed è ormai certo che le persone sane under 50 sono meno a rischio rispetto alla popolazione più anziana. A contribuire anche il fattore climatico. Un ruolo importante potrebbe essere stato giocato dal fatto che le residenze sanitarie per anziani sono rarissime tranne che in Sudafrica e questo potrebbe avere aiutato a limitare la diffusione tra la popolazione anziana.

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