Musica

Cesare Cremonini: “Invito le nuove generazioni a ballare con me per non sentire più la paura, collaboriamo insieme per salvarci”

“La ragazza del futuro” non è solo un disco ma un progetto che abbraccia anche altre forme d'arte e d'espressione, come la street art. Il cantautore bolognese si rivolge alle nuove generazione per condividere un messaggio inclusivo e positivo, specie dopo due anni di pandemia

di Andrea Conti

La ragazza del futuro” è il settimo album di inediti di Cesare Cremonini che arriva a cinque anni di distanza da “Possibili scenari”, contiene dieci brani (con quattro intermezzi musicali) che si rivolgono alle nuove generazioni. “Voglio allargare le braccia verso una visione cosmica e d’insieme – ha detto il cantautore -. Per me questo è il valore del mercato oggi: un artista che si unisce agli altri con il proprio linguaggio e abbraccia le altre persone e la loro vita”. Il disco è stato prodotto artisticamente da Cremonini e Alessandro Magnanini. Registrato presso il Logico Studio di Bologna, l’orchestra negli Studi di Abbey Road di Londra. I missaggi sono stati realizzati ai MHB Studios di New York. Presente (da dieci anni) anche Davide Petrella che ha dato il suo contributo essenziale alla scrittura.

Cinque sono i brani che spiccano in tutto il disco: la dolce e commovente ballad “Moonwalk” dedicata al padre scomparso (“Quando la notte ti vengo a cercare, che fine farà tutta questa tenerezza?”), l’intesa chiusura con “Chiamala felicità” (“Ragazzino la guerra è finita non so nemmeno quando è cominciata. È ora di tornare”). Non manca il momento super sexy con il brano 80s tra sinth e sax “Chimica” (“Ti ho sognato in coda nel supermercato mentre fai la spesa ma eri tutta nuda. Ti ho confuso con la mia ragazza proprio l’altra sera poi le ho chiesto scusa (…) Erotica comincia a mordere sembri una vipera”), il beat estivo di “Psyco” (“Se fossi Dio ti saprei dire ‘shiiiiine’ (…) Ho bisogno di te sei tu che devi darmi risposte, hai bisogno di me”) e “La fine del mondo” (“Vorrei portarti con me fino alla fine del mondo ci prenderemo un caffè solo per leggere il fondo”).

A quattro anni dal suo ultimo tour, Cesare Cremonini tornerà negli stadi italiani in estate e per la prima volta all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola il 2 luglio. Per questo evento sono stati staccati oltre 50mila biglietti. Sold Out le date di Milano (Stadio San Siro) e Bari (Stadio Arena della Vittoria).

Parli di giovani nel brano “Jeky” e del difficile momento che hanno vissuto durante la pandemia Cosa ti ha colpito?
Abbiamo vissuto mesi dove i giovani hanno dimostrato una grande maturità. Mi hanno molto colpito delle cose che ho visto, quando sono andato a trovare alcune persone nella mia scuola vicino Bologna, dove andavo da piccolo. Ho visto tutti questi ragazzi separati durante l’intervallo, non potevano stare vicini e a una distanza di due metri. I banchi distanziati… Sembrava una esercitazione militare. Sono state scene che hanno lasciato un segno dentro di me.

Molti sono caduti in depressione dopo il lockdown…
Credo sia anche importante sottolineare come i media non abbiano sentito le loro voci, sono stati poco ascoltati. Era importante, secondo me, sentire la loro sensibilità. In questo caso sono gli adulti che si sono sentiti responsabilizzati a proteggerli in un momento importante e fondamentale della loro vita. Per questo io mi rivolgo proprio a loro con questo mio ultimo disco.

E come?
Già con ‘La ragazza del futuro’ quando canto ‘Ti sei persa in una strada. Hai bisogno di un aiuto sembri spaventata’. Ecco in quel momento invito la nuova generazione a ballare con me per non sentire più la paura. Il mio messaggio è che dobbiamo collaborare insieme per salvarci tutti. Ho fiducia nei giovani e nella loro sensibilità per questo ho voluto espandere il messaggio oltre il disco.

Ci sono dei progetti collaterali?
Sì. Ho subito sentito che il titolo del disco aveva aperto una profondità di riflessione dentro di me. Un messaggio di speranza per il futuro. Per questo ho pensato alla street art che non ha confini e che è capace di unire la periferia col centro storico. “Io vorrei” è un progetto ideato don Giulio Rosk che ho contattato personalmente su Instagram. L’intenzione è quella di promuovere la ricerca della bellezza come valore. Sui muri di Ostia, nel quartiere Sperone di Palermo e Ponticelli a Napoli appariranno opere d’arte permanenti. Ogni murales raffigurerà il volto di uno dei bambini del quartiere, i cui occhi rappresentano lo sguardo sul futuro.

(Foto Andrea Sestito)

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