Berlino torna al centro della politica internazionale ospitando il vertice sull’Ucraina nel formato Normandia. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz si scrolla di dosso le critiche di immobilismo e si riprende la scena che gli era stata finora tolta persino dal suo predecessore Gerhard Schröder. L’ex Cancelliere socialdemocratico è pronto a entrare anche nel consiglio d’amministrazione di Gazprom, la cui assemblea è fissata per il 30 giugno, al posto di Timur Kulibajew, il ricco imprenditore genero dell’ex presidente kazaco Nursultan Nazarbayev. Schröder è anche già presidente della commissione societaria di Nord Stream AG e del consiglio di amministrazione Nord Stream 2 AG, i due gasdotti che uniscono la Russia alla Germania.

Il settantasettenne è in ottimi rapporti col Presidente russo Vladimir Putin, vuole un ravvicinamento tra Russia e Germania e non apprezza che il ministro degli Esteri Annalena Baerbock voglia invece avere un chiaro corso contro Mosca ed anche Pechino. Nella crisi in atto si è posizionato apertamente in favore della Russia, parlando dell’Ucraina come Paese bellicoso che insegue il riarmo in un “clangore di spade” ed additando la Nato come corresponsabile del dispiegamento delle truppe russe. Toni imbarazzanti per Berlino, Olaf Scholz ha demandato al presidente socialdemocratico Lars Klingbeil di prendere apertamente le distanze. L’ex Cancelliere non ha alcuna funzione nella Spd e “non rappresenta in alcun modo l’opinione del partito” ha puntualizzato Klingbeil in uno show della Zdf, liquidando la questione dicendo che “quanto dice Schröder è assolutamente sbagliato” e “non ha nulla a che fare con quanto sostengono la direzione della Spd e il Cancelliere”.

In una conferenza stampa con l’omologa tedesca Annalena Baerbock, il 7 febbraio il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva commentato: “Il signor Schröder è un cittadino tedesco che lavora per un’impresa russa. Di fatto lavora per il governo russo”. Anche il capogruppo dei Verdi, Michael Kellner, lo ha d’altronde indicato apertamente come “supporter di Putin”: “È veramente indegno come da ex Cancelliere si esprime e si immischia”. Il verde ha ricevuto manforte persino dal capogruppo della Cdu al Bundestag, Thorsten Frei, che ha definito le esternazioni di Schröder “puro cinismo”.

L’ex Cancelliere vanta tuttavia ancora seguito nella Spd e Christoph Ploβ (Cdu), criticando i silenzi di Scholz sul congelamento di Nord Stream 2 in caso di invasione russa dell’Ucraina, non ha mancato di sottolineare che guida una “rete pro Russia” nel suo ex partito. Di nuovo Klingebeil ha chiarito di aver detto apertamente a Schröder che considera un errore che egli sia nelle aziende russe Rosneft e prossimamente Gazprom. Tuttavia, Olaf Scholz, pur ribadendo che in caso di invasione dell’Ucraina tutte le opzioni sul tavolo restano aperte, non ha mai dichiarato nettamente che ci sarà uno stop a Nord Stream 2. Ciò anche se dopo la visita a Joe Biden ha ben chiaro che dovrà affondare il progetto se la crisi Ucraina si aggravasse. Ancora prima gli alleati Verdi hanno indicato che il gasdotto non deve entrare in funzione e per bocca del vicecancelliere Robert Habeck hanno insistito che bisogna cercare indipendenza dal gas russo.

Marie-Agnes Strack della Fdp in un messaggio su Twitter ha suggerito che “è tempo che si pensi concretamente di togliere a Gerhard Schröder il compenso da ex Cancelliere. Danneggia il Paese che dovrebbe servire e per questo si lascia volontariamente pagare più che bene da un autocrate. Non è compatibile con l’appannaggio dello Stato tedesco”. Toni analoghi dal capogruppo della Csu Stefan Müller: “La condotta di Gerhard Schröder danneggia la Germania. Dobbiamo senza distinzione di partito discutere di togliere l’appannaggio pubblico” e propone che si stabiliscano regole chiare per le attività degli ex Cancellieri in futuro. Ed anche il presidente onorario della Csu, Edmund Stoiber, che aveva sfidato proprio Schröder nella corsa alla Cancelleria nel 2002, ha criticato: “L’impegno e le dichiarazioni di Schröder danneggiano non solo il suo stesso partito. Fanno danno alla Germania, alla Spd e a tutta la politica tedesca”. Dopo la sconfitta elettorale è nata un’amicizia, ha dichiarato alla Passauer Neuen Presse, “ma per quanto fa ed ha fatto relativamente a Putin, Rosneft e Gazprom non ho alcuna comprensione e gliel’ho anche detto”. Un caso, quello del Medienkanzler Schröder, che solleva di nuovo il problema del ruolo svolto da politici (o ex) che svolgono di fatto attività di lobby per imprese o governi stranieri.

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