Il 4 febbraio è la Giornata Mondiale contro il Cancro, promossa dalla UICC – Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Oms. Un’occasione per ispirare un cambiamento per la lotta contro una malattia che riguarda l’umanità intera.

Lo slogan di quest’anno è ‘Close the Care Gap’, il tema principale riguarda il riconoscimento delle disuguaglianze nel mondo nell’accesso alle cure, con l’obiettivo di ascoltare i bisogni e le prospettive dei malati oncologici e delle loro famiglie, che vanno oltre la malattia e i sintomi fisici, per immaginare un assistenza migliore nei confronti di chi soffre.

La sfida è aperta e, in questo contesto, la solidarietà online può giocare un suo ruolo. Non esiste solo la malattia dal punto di vista sanitario e le numerose raccolte fondi nate su GoFundMe, per migliorare la qualità della vita di persone affette da un tumore, ce lo ricordano (molte le campagne per acquistare parrucche dopo un ciclo di chemioterapia, o per permettersi protesi di ultima generazione e riprendere a camminare).

In particolare, la storia di Marta Pellizzi, oltre ad essere un esempio di resistenza, testimonia come la sofferenza possa generare una potente rete di solidarietà in grado di rispondere ai bisogni e alle piccole e grandi difficoltà quotidiane di chi sta combattendo una battaglia per la vita.

“Mi chiamo Marta, 32 anni, ho combattuto 4 tumori cerebrali con connessi sintomi neurologici (inclusa la perdita della vista). Non mi sono arresa. E ve lo racconto spesso”. Scrive così su twitter Marta Pellizzi, 32 anni di Imola che da quando aveva 18 anni combatte contro il meningioma, un tumore cerebrale fortemente recidivante, che ha compresso in modo irreparabile i nervi ottici di entrambi gli occhi. Dopo aver subito due interventi neurochirurgici, il tumore è tornato per la quarta volta.

Nonostante la malattia Marta è riuscita a studiare e oggi lavora come libera professionista in ambito digital marketing. Le sue battaglie sono state anche burocratiche “L’Inps in dieci anni mi ha revocato per due volte i sussidi relativi alla mia invalidità, ma tra comunicati e hashtag #IoNonMollo sono riuscita ad ottenere di nuovo l’assegno di invalidità”.

La storia di Marta ha avuto una grande risonanza mediatica che ha generato una rete di solidarietà da parte di comuni cittadini “È stata la luce in mezzo al buio e mi ha dato la forza di lanciare una raccolta fondi per vivere in una casa accessibile” come spiega lei stessa. La campagna #IoNonMollo ha avuto un grande successo, sono stati donati oltre 30 mila euro e nel frattempo Marta è riuscita a comprare casa. I proventi della raccolta fondi saranno utilizzati per i costi di progettazione e ristrutturazione, in modo da adattare la casa alle sue esigenze.

La battaglia è sicuramente ancora aperta, tra i danni permanenti e irreversibili che ha lasciato il tumore di Marta ci sono: cecità totale, problemi fisici e di equilibrio, problemi di carattere neurovegetativo. “Gli interventi di asportazione del tumore hanno lasciato un dolore cronico resistente alle terapie farmacologiche – spiega Marta – Il meningioma è una brutta bestia, mi ha rovinato l’esistenza, purtroppo viene sottovalutato perché dà origine a sintomi vaghi e poco uniformi”.

La diagnosi di un tumore sconvolge a livello fisico e psicologico, per questo è importante ascoltare le esperienze di vita vissuta, per favorire un nuovo welfare sociale, una maggiore attenzione alle difficoltà piccole e grandi che i malati oncologici e le loro famiglie sono chiamati a risolvere ogni giorno.

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