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Un’alimentazione ricca di fibre migliora le difese immunitarie anti-cancro: il nuovo studio pubblicato da Science e le indicazioni dell’esperto

"Abbiamo scoperto che alcune cellule immunitarie, come per esempio le cellule killer naturali e i linfociti T citotossici, sono fondamentali per la prevenzione e per la cura del cancro. La quantità e qualità del cibo che consumiamo potenziano questa risposta immunitaria antitumorale”. L'intervista al professor Luigi Fontana, MD PhD Fracp, Direttore della Cattedra di Medicina metabolica traslazionale e del programma di Longevità in salute dell’università di Sydney, Australia

di Ennio Battista

Esiste ormai un dato certo: la composizione batterica del nostro intestino influenza la risposta immunitaria contro il tumore. Ma questa risposta può essere stimolata o intensificata grazie al consumo di fibre. Lo conferma uno studio pubblicato su Science, realizzato dai ricercatori dell’MD Anderson Cancer Center di Houston. In particolare, il consumo di fibre migliora il microbioma influenzando positivamente la risposta agli immunoterapici nei pazienti con melanoma metastatico. Abbiamo fatto commentare questi risultati al professor Luigi Fontana, MD PhD Fracp, Direttore della Cattedra di Medicina metabolica traslazionale e del programma di Longevità in salute dell’università di Sydney, Australia.

Partiamo dall’inizio. Professor Fontana, qual è la differenza tra microbioma e microbiota intestinale?
“Per microbioma si intende l’aggregato di tutti i microrganismi che vivono sulla pelle e le mucose, e nei biofluidi dell’intero organismo. Il microbiota intestinale, invece, è l’insieme dei miliardi di batteri, virus e archaea che albergano nel canale digestivo”.

Che cosa sappiamo sull’influenza del cibo per migliorare le difese immunitarie anticancro?
“Un numero crescente di studi scientifici sta dimostrando l’importanza cruciale degli stili di vita, e in particolare del cibo che consumiamo ogni giorno, nel modulare l’infiammazione e lo stato di salute e reattività del nostro sistema immunitario. Abbiamo scoperto che alcune cellule immunitarie, come per esempio le cellule killer naturali e i linfociti T citotossici, sono fondamentali per la prevenzione e per la cura del cancro. La quantità e qualità del cibo che consumiamo potenziano questa risposta immunitaria antitumorale”.

In che cosa consiste l’immunoterapia?
“L’Immunoterapia rappresenta una branca della medicina specializzata nel trattamento di alcune malattie, come per esempio il cancro e le malattie autoimmunitarie, mediante l’attivazione o la soppressione del sistema immunitario”.

Nello studio di Houston si parla di consumo di fibre. In che modalità andrebbero prese? Semplici integratori o attraverso specifici alimenti?
“Si, in questo studio si è visto che nei pazienti affetti da melanoma che consumavano una dieta ricca di fibre vegetali la risposta anticancro indotta da un farmaco chiamato anti–PD-1 era molto più forte che in coloro che si cibavano di cibi raffanti e processati. Sappiamo da diversi studi, incluso uno che il mio gruppo ha pubblicato su Science nel 2010, che una dieta ricca di vegetali, legumi e cereali integrali ha un potente effetto nel migliorare la biodiversità del microbiota intestinale. Più vasta è la gamma di alimenti vegetali (minimamente processati) che consumiamo, migliore è la salute del nostro microbiota, e di conseguenza del sistema immunitario. L’assunzione di supplementi probiotici, invece, sembrerebbe inibire la capacità tumoricida delle cellule immunitarie”.

L’immunoterapia da quali altri fattori alimentari può essere potenziata?
“Con il professor Roberto Pili del Roswell Park Cancer Institute negli Stati Uniti abbiamo dimostrato, e pubblicato sulla prestigiosa rivista Clinical Cancer Research, che la quantità di proteine che consumiamo gioca un ruolo chiave. Nei Paesi occidentali le persone consumano troppe proteine animali che aumentano il rischio tumorale. Una moderata riduzione dell’introito proteico potenzia l’attività tumoricida delle cellule immunitarie indotta da questi nuovi farmaci immunoterapici. Come i nostri nonni, che consumavano la tradizionale ‘Dieta mediterranea’, dobbiamo tornare a consumare carne massimo una o due volte a settimana. La maggior parte delle proteine devono esser fornite da legumi, cereali integrali, frutta secca, latticini scremati e pesce, come le nuove linea guida della Società Americana di Cardiologia confermano”.

Qual è la prospettiva futura di queste cure?
“I dati sono molto promettenti, specialmente per tumori devastanti come il melanoma, il cancro del polmone, e altri tumori ipermutati. Certo è che lo stato metabolico e ormonale influenzano pesantemente l’efficacia di questi e molti altri farmaci. Insomma, come sto anche cercando di divulgare sul mio canale Youtube (https://youtube.com/c/lfontana1969) ciò di cui ci nutriamo e quello che facciamo ogni giorno plasma non solo la nostra salute metabolica, e il rischio di sviluppare e sopravvivere a una vasta gamma di patologie acute e croniche, ma soprattutto il nostro grado di libertà, benessere e felicità”.

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