Pierferdinando Casini che va a trovare Silvio Berlusconi poche ore dopo l’apertura dell’ex cavaliere a una “riunione dei moderati”. Le voci che si susseguono sull’asse Matteo Renzi-Giovanni Toti, pronti a fondere i gruppi al Senato di Italia Viva e Coraggio Italia in Italia al Centro, un primo passo in vista delle Politiche. Tira aria di moderati dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica che ha squassato il centrodestra con liti e bordate tra i partiti prima, durante e dopo il voto in Parlamento. Tanto che alla fine di una giornata fatta di tante coincidenze si insospettisce perfino Matteo Salvini: “”Il centrodestra non è una caserma, se uno preferisce andare a sinistra o con Renzi, o ricostruire una vecchia Dc, è liberissimo di farlo. Il centrodestra è culturalmente e socialmente maggioranza del Paese, governa la maggioranza delle Regioni e Comuni, quindi ha il dovere di mettersi insieme. Ma se qualcuno dice una cosa e poi ne fa un’altra, come accaduto per l’elezione del presidente della Repubblica, non dobbiamo far finta che non ci siano problemi”.

Il primo indizio del venerdì, che i diretti interessati smentiscono, piomba di buon mattino e si sostanzia in una colazione ad Arcore tra l’ex presidente del Consiglio e Casini, ex alleati le cui strade si sono divaricate di anno in anno fino alla candidatura con il centrosinistra dell’ex numero uno dell’Udc che fu presidente della Camera all’epoca in cui Berlusconi sedeva a Palazzo Chigi. “Ho visto il presidente Berlusconi oggi a colazione ad Arcore, l’ho ringraziato delle attestazioni fatte nei miei confronti e delle cortesi parole espresse nei giorni scorsi. Dopo tanti momenti di incomprensione e anche a tante incomprensioni del passato, è sempre sopravvissuta l’amicizia basata su valori solidi e saldi. È un sentimento che esula dalla politica”, si è affrettato a spiegare Casini dopo il vis-à-vis.

Un modo per allontanare l’idea che l’incontro a Villa San Martino sia stata una piattaforma di dialogo, un momento di riflessione sul futuro. “È stato un incontro di connotazione umana più che politica”, ha sottolineato l’ex presidente della Camera, il cui primo sponsor per l’elezione al Colle era Renzi, allontanando l’idea che si sia discusso anche del progetto di una ‘federazione’ di Forza Italia con i moderati, ribadita dal Cavaliere nell’intervista al Corriere della Sera. “La vita viene prima della politica”, ha detto ancora Casini e sul resto “non mi esprimo”. Di certo, l’ex presidente della Camera è arrivato ad Arcore nella mattinata in cui Berlusconi ha rispolverato l’idea di un dialogo con i moderati.

Prima ha ricordato che l’alleanza di centrodestra, uscita malconcia dalla partita per il Quirinale, “esiste perché io l’ho resa possibile nel 1994”. E se da un lato, ha affermato “non cambio certo idea oggi”, riguardo alla possibilità di una federazione di centro il fondatore di Fi ha rimarcato: “Sono favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco del Partito Popolare Europeo, di cui siamo orgogliosamente espressione in Italia”. Di fatto, raccontano, l’ex premier lancia ancora una volta un messaggio preciso agli alleati Lega-Fdi: della serie, senza l’area moderata la coalizione non va da nessuna parte. Ma anche a chi pensa di dar vita a ‘centrini’, magari con Matteo Renzi o Carlo Calenda, senza fare i conti con Forza Italia e il suo fondatore.

Una reunion centrista anche con Italia Viva e gli azzurri a far da traino? “La storia di Renzi è diversa, un giorno forse deciderà dove vuole approdare”. Di certo l’ex segretario del Pd guarda proprio lì. Dopo l’ospitata del sindaco di Genova Marco Bucci alla Leopolda, secondo il Corriere è ormai a un passo l’operazione di un unico gruppo parlamentare con Coraggio Italia, la formazione del presidente della Liguria Toti. Si tratterebbe di un primo passo da compiere insieme a Palazzo Madama con lo sguardo rivolto alle Politiche del 2023, salvo uno smembramento della maggioranza dopo il voto per il Colle.

Il progetto non sembra interessare a Fi, come ha rimarcato Antonio Tajani: “Un centro Renzi-Toti? Forza Italia sta lavorando per rafforzare l’anima popolare all’interno del centrodestra e Renzi non ne fa parte – ha detto ad Affaritaliani – Con questo sistema elettorale non vedo aggregazioni centriste fuori dalle coalizioni. Aggregazioni destinate comunque a non raccogliere consenso elettorale. Vogliamo far vincere il centrodestra nel quale l’anima popolare deve essere quella principale e forza aggregante”. Come a dire: se centro dev’essere, difficilmente può avere successo senza Forza Italia. Anche Gianfranco Rotondi, democristiano doc che al centro ci è sempre stato, stronca il patto tra totiani e renziani: “Il centro dei sette nani non esiste…Di federazioni o cose del genere ne abbiamo fatte dieci negli anni e la cifra elettorale è sempre stata preceduta da uno zero e da una virgola…”.

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