Il richiamo ai “giorni travagliati” che lo hanno spinto ad accettare la rielezione. L’urgenza di andare avanti e i “ritardi che non possiamo permetterci”. Poi i la riflessione sulle istituzioni che devono adattarsi ai tempi e dare “risposte dinamiche“, ma anche garantire la “partecipazione dei giovani”. La necessità di preservare “pace e stabilità” nel quadro europeo. Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento per il bis davanti al Parlamento, è partito dal rispetto della Costituzione, che sarà suo unico faro anche in questo mandato, e si è concentrato sull’orizzonte verso cui chiede alle istituzioni di lavorare. Quindi la ricostruzione dell’Italia del post emergenza Covid, la riforma della giustizia e la lotta alle diseguaglianze che permetta la crescita senza lasciare indietro nessuno. Infine, ha chiuso appellandosi alla “dignità” come concetto cardine sul quale costruire l’Italia del futuro. Dignità (citata ben 18 volte) che va dalla lotta alla violenza sulle donne alle morti sul lavoro. Poi, parlando alle alte cariche dello Stato ha precisato che “nella seduta congiunta delle Camere con i delegati regionali” ha cercato “di indicare alcuni orientamenti, alcuni avvisi sul modo in cui il nostro Paese si presenta a questa nuova fase che inizia dopo la pandemia”.

Perché ha accettato il secondo mandato: i giorni “travagliati” e i “ritardi che non possiamo permetterci” – Chi si aspettava un lungo riferimento alla rielezione, ha dovuto accontentarsi di poche frasi iniziali. “E’ per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi”, ha attaccato. “Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica. Adempirò al mio dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, cui ho appena rinnovato il giuramento di fedeltà, e a cui ho cercato di attenermi in ogni momento nei sette anni trascorsi”. Mattarella ha garantito che a guidarlo, ancora una volta, sarà “la lettera e lo spirito della nostra Carta” che “continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione”. L’urgenza per il capo dello Stato è stato l’evitare “il prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà”. E ancora: “Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana. E’ questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno di Presidente della nostra Repubblica nell’assolvimento di questo nuovo mandato. Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze – sanitaria, economica e sociale – che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze. La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni. E’ di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro”.

L’orizzonte – “L’Italia è un grande Paese”, ha continuato. E anche per “lo spirito di iniziativa degli italiani” si è potuti “ripartire” e il Paese si è collocato “nel gruppo di testa dell’Unione”. Ma “questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese. Nuove difficoltà si presentano“. Come “gli aumenti del prezzo dell’energia” o “l’aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori produttivi”. Mattarella ha quasi immediatamente parlato della dimensione europea. “Viviamo in una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale”. Da questi tempi ne deriva una “lezione”, ha detto Mattarella: “Dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i nostri concittadini”. E “vi siamo tutti chiamati”. E “l’esempio ci è stato dato da medici, operatori sanitari, volontari, da chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci, dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza”. E ha chiuso: “Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti”.

L’Italia del dopo emergenza – Dobbiamo, ha detto Mattarella, “disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza”. E per farlo “serve un impegno comune”. Quindi ha delineato quelle che sono secondo lui le caratteristiche dell’Italia che si immagina: “Più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano”; “che cresca in unità”; “in cui le disuguaglianze che attraversano le nostre comunità vengano meno”; “che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo”; “che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata”; “che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze”; “impegnata nella tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni”; “una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche”. E quindi, “rafforzare l’Italia significa anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta”. E su questo “l’apporto dell’Italia non può mancare”, così come nella Conferenza sul futuro dell’Europa, in corso in questi mesi in tutta l’Ue.

La pace e il ruolo dei paesi Ue nella tensione Ucraina – Mattarella ha anche dedicato una parte del suo discorso alla situazione attuale in Ucraina che preoccupa l’equilibrio europeo. Dopo aver ricordato che “la Repubblica ha sempre perseguito una politica di pace”. E come, “in essa, con ferma adesione ai principi che ispirano l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato dell’Atlantico del Nord, l’Unione Europea, abbiamo costantemente promosso il dialogo reciprocamente rispettoso fra le diverse parti affinché prevalessero i principi della cooperazione e della giustizia”. Mattarella ha ricordato che “da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace, concretizzato nell’integrazione europea e accresciuto dal venir meno della Guerra fredda”: “Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale”. Per questo “dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini. I popoli dell’Unione Europea devono esser consapevoli che ad essi tocca un ruolo di sostegno ai processi di stabilizzazione e di pace nel martoriato panorama mediterraneo e medio-orientale. Non si può sfuggire alle sfide della storia e alle relative responsabilità”.

L’omaggio al governo Draghi – Sergio Mattarella ha quindi rivolto un ringraziamento proprio all’esecutivo. “Su tutti questi temi – all’interno e nella dimensione internazionale – è intensamente impegnato il governo guidato dal presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell’Europa”. E ha chiuso: “Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”.

La risposta delle istituzioni ai “grandi cambiamenti” e il ruolo del Parlamento – Mattarella pur dicendo che “non compete a me indicare percorsi riformatori da seguire. Ma dobbiamo sapere che dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la qualità della nostra democrazia”. E, ha detto, “i grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale impongono soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità dei problemi e non soltanto agli interessi particolari. Una riflessione si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia, a tutti i livelli”. Servono “risposte tempestive”. Ma “occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggior forza”. Perché “poteri economici sovranazionali, tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico”. E per questo “la sfida – che si presenta a livello mondiale – per la salvaguardia della democrazia riguarda tutti e anzitutto le istituzioni”: “Dipenderà, in primo luogo, dalla forza del Parlamento, dalla elevata qualità della attività che vi si svolge, dai necessari adeguamenti procedurali. Vanno tenute unite due esigenze irrinunziabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica e, insieme, tempestività delle decisioni. Per questo è cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione”. Per questo ha sottolineato che bisogna tutelare i tempi di azione del Parlamento: “Quel che appare comunque necessario – nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento è che – particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese – il Parlamento sia sempre posto in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi”.

L’importanza del ruolo dei partiti nella partecipazione – “La qualità stessa e il prestigio della rappresentanza”, ha detto Mattarella, “dipendono, in misura non marginale, dalla capacità dei partiti di esprimere ciò che emerge nei diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la partecipazione, di allenare al confronto. I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali. Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica. Il Parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione“.

La riforma della giustiziaUn lungo passaggio del discorso di Mattarella è stato dedicato alla “riforma della giustizia”: “Mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia“, ha detto ricevendo molti applausi. “Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”. E’ necessario “rispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini”. Per questo “è indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore. In sede di Consiglio Superiore ho sottolineato, a suo tempo, che indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza”. Mattarella a questo proposito ha citato più volte “i cittadini che devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone”. E ha chiuso: “Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità che la Repubblica affida ai magistrati. La Magistratura e l’Avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”.

I messaggi di amicizia: dalle forza armate a Papa Francesco – Quindi Mattarella ha ricordato “le Forze Armate, sempre più strumento di pace”, “le Forze dell’ordine, garanzia di libertà nella sicurezza”. Poi “il Corpo Diplomatico accreditato”, “i numerosi connazionali presenti nelle più diverse parti del globo”. E “Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, rivolgo i sentimenti di gratitudine del popolo italiano”. Infine “un messaggio di amicizia invio alle numerose comunità straniere presenti in Italia: la loro affezione nei confronti del nostro Paese in cui hanno scelto di vivere e il loro apporto alla vita della nostra società sono preziosi”.

La cultura e l’omaggio a Monica Vitti – Un passaggio è stato poi dedicato all’Italia “Paese della bellezza, delle arti, della cultura”. E “la cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana”. “Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni – da preservare e sostenere – divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni”. E ha aggiunto: “Consentitemi di rendere omaggio a Monica Vitti grande protagonista della vita culturale del nostro paese”.

Il ruolo della scuola: “Doveroso ascoltare la voce degli studenti” – Mattarella si è anche soffermato sul ruolo dei giovani e sulla loro voce che deve essere ascoltata dalle istituzioni. “Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità. Costruire un’Italia più moderna è il nostro compito”. Ma “affinché la modernità sorregga la qualità della vita e un modello sociale aperto, animato da libertà, diritti e solidarietà, è necessario assumere la lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche pubbliche”. Nell’ultimo periodo “gli indici di occupazione sono saliti – ed è un dato importante – ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo, oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano”. E pure “tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali”. Per questo, “è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni”.

La lotta alle diseguaglianze e il richiamo alla dignità -Proprio lavoro e crescita sono stati al centro del discorso di Mattarella. “La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo”, ha detto. “Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli”. E qui ha introdotto il concetto di dignità che, oltre alla dimensione sociale “ha un “suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società”. Quindi ha fatto un lungo elenco su cosa è dignità secondo il presidente. Innanzitutto quindi “azzerare le morti sul lavoro”. E “mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro”. Poi “dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo”; “impedire la violenza sulle donne”; “la nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri”; “la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani”; dignità è “diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale”; “rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga”; “è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone”; “è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”; è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti”; “è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare, e capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita”; “è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere”; “è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente”. E ha chiuso: “La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile”.

Il pensiero finale per David Sassoli – L’ultimo pensiero è andato all’ex presidente del Parlamento Ue, morto l’11 gennaio scorso. “Desidero ricordare in quest’aula il Presidente di un’altra Assemblea parlamentare, quella europea, David Sassoli“, ha detto alla fine del suo discorso Mattarella. “La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le istituzioni democratiche ai livelli più alti, è entrata nell’animo degli italiani. ‘Auguri alla nostra speranza’ sono state le sue ultime parole in pubblico. Aveva appena detto: ‘La speranza siamo noi’. Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica. Viva la Repubblica, viva l’Italia!”.

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