Nuovo anno, vecchi problemi. Per il mercato italiano dell’auto, infatti, il 2022 inizia con un nuovo capitombolo: a gennaio sono state immatricolate 107.814 auto, pari a un calo delle vendite del 19,7%, cioè oltre 26 mila veicoli in meno rispetto a gennaio 2021, che aveva un giorno lavorativo in meno ma era supportato dagli incentivi governativi. Analizzando i dati, emerge che fra gli utilizzatori si è registrato un forte calo dei privati, che perdono oltre il 20%, chiudendo con una quota in contrazione di 1,2 punti, al 66,7% del totale (a circa 72.700 unità).

Le autoimmatricolazioni – le cosiddette auto a “km zero” che i concessionari si intestano per centrare i target di vendita – perdono oltre il 27% dei volumi, fermandosi nel mese al 10,5% di quota. Anche il noleggio a lungo termine segna un deciso crollo del 16,7%, riuscendo comunque a recuperare mezzo punto di quota e chiudendo al 15,6% del totale, con 17.000 unità. Un calo di “appena” il 6,7%, consente alle società di incrementare la propria rappresentatività al 5,6% nel mese, con 6.081 unità.

“Ci auguriamo che adesso, finalmente, il Governo riprenda in mano i dossier, come quello dell’automotive, che negli ultimi mesi sono stati completamente trascurati”, afferma il Presidente dell’UNRAE, Michele Crisci. La priorità, secondo Crisci, sarebbe di “dare rapida attuazione ai piani previsti dal PNRR per le reti di infrastrutture dei veicoli elettrici, con un cronoprogramma puntuale su come investire le risorse stanziate. È urgente, inoltre portare avanti i progetti del Ministero dello sviluppo economico a sostegno dell’acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel nostro Paese. E, infine, allineare la fiscalità italiana dei veicoli aziendali a quella dei principali major market europei per rendere competitive le imprese italiane”.

“Si tratta – sottolinea Crisci – di misure imprescindibili per supportare la transizione ecologica a vantaggio di aziende, lavoratori, consumatori e dell’intera collettività. Senza interventi, la transizione ecologica verrà fortemente rallentata se non interrotta e l’Italia rischierà di rimanere fanalino di coda nelle politiche green rispetto a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, condannando all’arretratezza lo sviluppo del mercato degli ECV nel nostro Paese. Già il mese di gennaio ne è una conferma con una quota di BEV (auto elettriche a batteria) e PHEV (auto ibride plug-in, ovvero ricaricabili) che crolla all’8,4%, perdendo quasi 5 punti rispetto a dicembre scorso”.

Da constatare la forte picchiata delle immatricolazioni di modelli benzina e diesel, che archiviano nel mese una quota rispettivamente del 27,2% (-8,7%) e 19% (-8%). Continua la crescita del Gpl, che recupera 3 punti e arriva al 9,2% di quota, mentre il metano nel mese perde quasi la metà dei volumi, all’1,3% di quota. In forte espansione le ibride, che si confermano market leader con il 34,9% delle preferenze, con le “full” hybrid al 10% e le “mild” al 24,9%. Seppur con volumi in crescita del 45/46%, le elettriche pure e le ibride Plug-in crollano in termini di rappresentatività rispetto a dicembre, fermandosi rispettivamente al 3,4% e al 5% di quota, complessivamente circa 5 punti in meno del mese scorso.

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