Un caso che farà discutere perché il dilemma è drammaticamente etico ma allo stesso tempo pratico. Un candidato a un trapianto di cuore è stato eliminato dalla lista perché rifiuta il vaccino anti Covid. Si tratta del primo caso di questo tipo reso noto negli Usa dall’inizio della pandemia. Gli Stati Uniti hanno superato le 850mila vittime e come altri paesi stanno affrontando l’onda di contagi innescata dalla varinate Omicron. Il braccio di ferro è in corso al prestigioso Brigham Women hospital di Boston, dove un 31enne gravemente malato è stato cancellato dalla lista dei possibili riceventi perché non ha intenzione di ricevere l’immunizzazione contro il Sars Cov-2 e l’ospedale.

Il caso sta alimentando le polemiche ed è stato reso noto dal padre del paziente che lo ha raccontato alla Cbs. L’ospedale sta semplicemente seguendo le procedure necessarie per i trapianti: “Come molti altre programmi per i trapianti negli Stati Uniti, anche il sistema ospedaliero Brigham richiede specifici comportamenti da parte dei potenziali riceventi, tra cui sottoporsi a varie vaccinazioni che includono anche quello per il covid”, spiega un comunicato della struttura. “Proprio queste procedure contribuiscono ad aumentare le probabilità di successo dell’intervento e la sopravvivenza del paziente”.

“Ma è contro i principi di mio figlio farsi vaccinare, ed ora, per questa ragione, è stato spinto quasi alla morte per la decisione dell’ospedale di eliminarlo dalla lista dei candidati al trapianto“, ha detto il padre dell’uomo ribadendo che non cederà. Arthur Caplan, direttore di bioetica alla New York University è intervenuto nella polemica sottolineando che “siccome dopo ogni trapianto il sistema immunitario del paziente praticamente si blocca, per cui anche solo un banale raffreddore potrebbe uccidere il recipiente e data la scarsità di organi è necessario che gli interventi vengano fatti su chi chi ha più probabilità di sopravvivenza. Quindi nel caso a pazienti vaccinati rispetto a chi non lo è”.

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