Un giovane di 23 anni, con sindrome emolitica, è morto all’ospedale fiorentino San Giovanni di Dio per arresto cardiaco. I parenti sostengono che la madre del giovane non sia stata fatta entrare nella struttura in ossequio alle norme Covid e che per questo il ragazzo sia morto “da solo”. Alla donna e altri due parenti sarebbe stato quindi concesso l’ingresso. I sanitari che hanno seguito il caso del paziente, deceduto lo scorso 16 gennaio, sono “ancora molto provati e turbati per quanto accaduto e trasmettono ai familiari il loro personale cordoglio” si legge in una nota della Asl Toscana in cui viene spiegato che “in maniera improvvisa e non prevedibile si è verificato un arresto cardio-respiratorio e sono state immediatamente praticate le manovre rianimatorie a cui il paziente non ha risposto e purtroppo l’esito è stato infausto”.

Riguardo alla procedura per i parenti dei pazienti la Asl ricorda che “le condizioni di salute dei ricoverati vengono comunicate telefonicamente ai familiari ogni due giorni, salvo situazioni di emergenza che richiedono contatti immediati, in ottemperanza a quanto disposto dalle norme in materia di sicurezza anti contagio. La circolare regionale prevede infatti deroga di accesso dei parenti nei reparti nei seguenti casi: stato terminale o marcato aggravamento, minori o persone con disabilità. Casistica che non era applicabile nel caso del ragazzo”.

Nel caso del giovane, ricoverato il 13 gennaio per una sindrome emolitica di cui era affetto fin da bambino, “il decorso clinico è stato stabile – spiega la Asl -, il paziente è stato trattato con terapia concordata con lo specialista ematologo”. Il 14 gennaio i sanitari hanno informato la madre del giovane la cui situazione clinica era sempre “stabile”. Il giorno successivo gli è stato invece “somministrato ossigeno a bassi flussi e il paziente è stato rivalutato dal medico. Alle 21.30 ne è stata data comunicazione alla madre. In quel momento – spiega la Asl – il quadro clinico non mostrava instabilità e non lasciava prevedere una evoluzione precipitosa. Il ragazzo nel corso della serata è stato nuovamente rivalutato ed in accordo con gli specialisti è stata concordata una emotrasfusione. Di ciò la madre è stata avvertita. Nelle ore successive tutti i parametri si sono mantenuti stabili. Alle ore 4.30″ l’arresto cardio-respiratorio.

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