A giugno 2020 è stata approvata in Assemblea Capitolina la Deliberazione 76/2020 che istituisce e regolamenta la Consulta cittadina DI (Consulta Cittadina Permanente per i Problemi delle Persone con DIsabilità) e detta le linee guida per le Consulte municipali DI, frutto di un lavoro partito nel 2017.

La delibera 76/2020, “dà mandato al Direttore dell’Assemblea Capitolina di adottare tutte le iniziative necessarie ad assicurare la costituzione, entro 150 giorni dall’entrata in vigore della presente deliberazione, degli Organi della ‘Consulta Cittadina DI’; e stabilisce che i Consigli dei Municipi di Roma Capitale, entro 3 mesi dall’approvazione della presente deliberazione, provvedano all’adozione – o all’adeguamento nel caso in cui sia stato già adottato – di un Regolamento per il funzionamento delle Consulte municipali che operano sul territorio a favore delle persone con disabilità, denominate Consulte Municipali Permanenti per i diritti delle persone con Disabilità, (‘Consulte Municipali DI’)”.

Cosa accade?

luglio 2020: i primi mesi sono passati per la formazione dell’Ufficio previsto e preposto ai Rapporti con la Consulta Cittadina. Poi è stato pubblicato il bando per accedere alla Consulta, che ha visto l’ostracismo delle associazioni legate alle federazioni e che hanno indotto la decisione di prolungare i termini per le domande di inserimento nella Consulta. Chiuso il bando gli uffici si sono occupati di verificare la congruità delle domande ai sensi del regolamento della DAC 76.

settembre 2021: finalmente, la prima determina dirigenziale (DD 171 del 17/9/21 ) che istituisce l’Assemblea della Consulta Cittadina DI e ne determina i membri. Gli uffici, di propria iniziativa, decidono di attendere l’insediamento della nuova Giunta Capitolina. A novembre la seconda DD (185 del 5/11/21 ).

26 novembre 2021: Finalmente arriva la convocazione della prima assemblea prevista per il 14 dicembre u.s.

10 dicembre 2021: la mail di annullamento dell’assemblea. L’assenza di una nuova data mette in allarme quanti diligentemente avevano fatto il percorso richiesto per entrare nella Consulta Cittadina DI. Molti sono ricorsi addirittura a un triste percorso alternativo per riconoscersi e con il passaparola si sono individuati come membri della Consulta Cittadina DI hanno inviato una prima lettera all’amministrazione diffondendo un comunicato. Non ci è giunta alcuna risposta.

28 dicembre 2021 si è raggiunto il numero di un terzo dei membri della Consulta Cittadina DI, ed è stata convocata l’assemblea in urgenza.

Ad oggi l’amministrazione non ci ha contattato né ha diffuso la convocazione al resto dell’Assemblea. Nel frattempo, è stata depositata una nuova proposta di delibera consiliare che propone un regolamento per l’istituzione della Consulta Cittadina Disabilità e detta le linee guida per le Consulte Municipali Disabilità.

Trovo davvero sconcertante dover chiarire ancora che nessuna amministrazione è al di sopra della normativa né può eluderla. Trovo anche desolante dover ribadire che nessuno può permettersi di mancare di rispetto ai cittadini che hanno diligentemente svolto il percorso richiesto per accedere ad un organismo di rappresentanza.

Nessuno può decidere che la cittadinanza con disabilità resti senza rappresentanti per un tempo x in attesa del percorso previsto per qualsiasi proposta consiliare per divenire Deliberazione dell’Assemblea Capitolina. Né si stanno considerando i danni ai cittadini con disabilità dei 13 municipi di Roma ai quali si sta vietando, discriminandoli, l’ennesimo esercizio di un diritto legittimo.

Va considerato che per una nuova Delibera esecutiva, tra i tempi dei pareri degli uffici e dei municipi, i passaggi in commissione capitolina, e i tempi poi previsti dalla proposta di delibera per l’attivazione, passeranno mesi, per non parlare del fatto che successivamente i municipi, a loro volta, dovranno riavviare il percorso per deliberare le proprie consulte ai sensi della nuova eventuale DAC, che peraltro gli attribuisce facoltà di farlo entro il 2022. Mesi/anni in cui i cittadini con disabilità restano senza rappresentanti. Privati senza motivo della possibilità di esercitare un diritto.

Va ricordato che la consulta per la disabilità nasce per dare voce alle istanze delle persone con disabilità, perché appunto è la Consulta per i diritti delle persone con disabilità. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché in un organismo di rappresentanza, dove le federazioni convivono assieme alle associazioni che loro stessi rappresentano, non consentano che anche i singoli possano avere voce quando possono già partecipare alle singole consulte municipali. Perché questa esclusione così poco limpida?

Una proposta questa in corso che mentre lede il diritto acquisito del non far viaggiare una delibera operativa, dall’altro discrimina i singoli cittadini, portatori di interesse sui temi della disabilità che non possono chiedere di partecipare ai lavori. Un’antitesi rispetto alla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che già nel preambolo prevede il diritto individuale alla partecipazione alla vita attiva sociale e politica.

Questo nuovo, inutile, doppio emanando regolamento sminuisce il valore delle Consulte Municipali, privandole della possibilità di portare direttamente la voce dei territori all’attenzione della politica centrale. I cittadini con disabilità vogliono avere la propria voce subito! E io come sempre mi unisco a loro. Certa, perché lo credo fortemente, che Roma aprirà le porte del suo sapere e prenderà atto di queste richieste così naturali, metabolizzate e permettetemi di scriverlo… scontate.

Tutelare i diritti tutti dei cittadini non è mai in discussione. Non deve esserlo neanche e soprattutto per i più fragili.

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