Diverse multinazionali annunciano una stretta nei confronti dei dipendenti non vaccinati. La decisione più radicale è quella di Citigroup, che entro fine mese negli Usa procederà con i licenziamenti. Il gruppo svedese Ikea nel Regno Unito ha stabilito che d’ora in avanti verserà solo l’indennità minima legale di malattia ai suoi lavoratori non immunizzati che siano costretti a restare in isolamento dopo un contatto a rischio con un positivo, ossia 96,35 sterline a settimane (115 euro). “I collaboratori interamente vaccinati o che abbiano delle circostanze attenuanti” per non esserlo “saranno pienamente pagati in caso di isolamento”, ha confermato alla Bbc l’azienda, che nel Regno Unito conta circa 100mila impiegati. In base alle norme attuali di Londra, il confinamento dura 10 giorni per i non vaccinati – come in Italia, in base alle nuove norme – mentre non è obbligatorio per chi abbia ricevuto almeno due dosi.

Citigroup invece come riferito da Bloomberg è pronta a licenziare, applicando una politica già annunciata lo scorso anno. I non vaccinati saranno messi in aspettativa non retribuita il 14 gennaio e perderanno il lavoro alla fine del mese. “Potete fare domanda per altri ruoli in Citi in futuro ma dovrete essere conformi con la politica di vaccinazione dell’azienda”, ha spiegato Citi, che a ottobre aveva comunicato che avrebbe valutato le esenzioni per motivi religiosi o sanitari o di altro tipo, a seconda valutando ogni singolo caso. E’ la prima grande banca di Wall Street a introdurre una politica “no jab, no job“, mentre il settore finanziario è alle prese con il compito di riportare in sicurezza i lavoratori in ufficio. JPMorgan Chase e Goldman Sachs hanno optato per lo smart working.

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