I nuovi casi di Omicron in Cina non costituiscono un ostacolo al regolare inizio delle Olimpiadi invernali a Pechino, che apriranno il 4 febbraio. Lo ha detto Huang Chun, funzionario del Comitato organizzatore dei Giochi di Pechino 2022, in una riunione online, aggiungendo che non verranno adeguate le misure di prevenzione al Covid 19 “a meno che non ci siano molti casi all’interno del sistema delle bolle”. Una decisione sostenuta anche dal portavoce del Comitato olimpico, Zhao Weidong, che assicura che “qualunque difficoltà e sfide possiamo incontrare, la nostra determinazione a ospitare i Giochi di successo come previsto rimane ferma e incrollabile”.

Tuttavia solo il 10 gennaio il governo di Pechino aveva espresso la sua preoccupazione per il regolare svolgimento delle Olimpiadi invernali, che si terranno dal 4 al 20 febbraio, per via del primo focolaio della variante Omicron nella vicina Tianjin (2 casi) e altri due contagi collegati e annunciati oggi ad Anyang, nell’Henan. Proprio Anyang in mattinata è diventata la terza città cinese in lockdown. I suoi 5,5 milioni di abitanti sono confinati in casa per la conferma di due casi di Omicron, collegati secondo le autorità cinesi ai due positivi di Tianjin. Se l’ipotesi del collegamento dei contagiati tra le due città fosse confermata, si tratterebbe del primo caso di diffusione interna al di là delle persone arrivate dall’estero e dei loro contatti immediati. Con la chiusura di Anyang, salgono a 20 milioni i cinesi confinati in casa a causa del Covid: altri 13 milioni di persone sono in lockdown nella città di Xìan e 1,1 milioni a Yuzhou.

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