di Carlo Anibaldi

Un milionario apre una pizzeria in una strada alla moda a Roma e ci spiega la sua idea innovativa: la sostanza è niente rispetto alla forma e, dunque, curando “l’intorno” si può far pagare una pizza e una birretta come se fossero ostriche e champagne. I grandi quotidiani lo intervistano come avesse inventato la lampadina, ma in realtà l’industria del lusso esisteva già prima della sua nascita, con regole molto precise e codificate. Nulla di nuovo in realtà dunque, ma di grande impressione per larghi strati di semianalfabeti. Vediamolo da vicino il mondo che ci viene fatto credere come innovativo e per cui fioriscono interviste quasi quotidiane.

L’indice Salli (Stonehage Affluent Luxury Living Index), cioè l’indice Istat degli straricchi, il “paniere” dei paperoni, segnala addirittura una controtendenza rispetto ai prezzi al consumo di noi comuni cittadini che lamentiamo aumenti di prezzi e tariffe. Vale a dire che, in questi tempi di “crisi”, i generi considerati dal paniere Salli scendono e diventano a “buon mercato”. Grazie alla costante diminuzione del costo della manodopera, è infatti ora possibile acquistare una camicia in cotone egiziano Turnbull & Asser per sole 315 sterline, o un profumo alla fragranza di gelsomino “X”, prodotta da Clive Christian, a soli 600 euro a bottiglietta, salvo dover spendere 1.900 euro per la confezione regalo in cristallo baccarat ornata da un piccolo brillante vero. Conveniente anche lo smalto per unghie Black Diamond, realizzato con 276 scagliette di diamante che finalmente si può trovare anche a 250 mila dollari a flacone. E che dire degli orsacchiotti di peluche marca Hamleys praticamente regalati a sole 160 sterline?

Il capitolo vacanze di quell’uno per cento di abitanti del mondo di cui stiamo facendo i conti in tasca è in buona tendenza a farsi economico. Scendono infatti i prezzi degli otto-dieci alberghi a loro riservati nelle più importanti capitali mondiali, dove con prezzi dai duemila ai cinquemila dollari per notte il relax per i fine settimana è assicurato.

Questo uno per cento di esseri umani ha il palato assai raffinato e non mangia per nutrirsi, che è cosa da mensa delle ferrovie, non danno importanza al cibo e lo usano per svago, per lo più in piatti molto grandi dove le pietanze occupano il dieci per cento della superficie. I poveri ingrassano a botte di pizza al taglio e big burgher, ma loro hanno ben altri svaghi: e allora godono di una linea perfetta e salutare, magari deliziandosi con poche cucchiaiate del famoso risotto milanese con foglia d’oro che un rinomato chef scodella a prezzi da gioielleria, visto l’uso di vera polvere d’oro in formulazione commestibile e brevettata… non sia mai gli rubano l’idea.

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