I dati del ministero dell’Economia confermano che la riforma dell’Irpef a cui lavora il governo Draghi va quasi esclusivamente a beneficio delle fasce di reddito medio-alte. Un effetto della riforma già evidenziato alcuni giorni fa da Ilfattoquotidiano.it. Eppure molti giornali hanno sparso una sorta di cortina fumogena per produrre l’illusione ottica che accada il contrario. Il risultato si ottiene mischiando gli effetti dell’ultima riforma con quelli di altri interventi come il bonus Renzi, gli assegni per i figli e la decontribuzione per i redditi fino i 35mila euro, promessa solo per il 2022. In sostanza si mischiano mele con pere.

Se invece ci si concentra solo sui risparmi che emergono dai dati Mef, si vede ad esempio come chi guadagna fino a 10 mila euro non si troverà in busta paga niente di più rispetto ad oggi. Chi invece ha uno stipendio di 40mila euro lordi l’anno porterà a casa 945 euro in più. Una riforma dunque regressiva. Per chi guadagna 50mila euro il beneficio è di 739 euro, con una busta paga di 60mila si scende 570 euro. Nella fascia di reddito in cui rientrano una la fetta più ampia dei contribuenti, ossia tra i 20 e 25 mila euro, la riforma Irpef del governo Draghi si traduce in un beneficio tra i 204 e i 136 euro l’anno, ovvero tra gli 11 e i 17 euro al mese. Il discorso non cambia se si considerano i vantaggi con in rapporto al reddito percepito: per chi guadagna 20mila euro ci si ferma all’1%, chi ne guadagna il doppio sale al 2,3%. Lo sconto per chi guadagna 100mila euro è di 270 euro, vale a dire il triplo rispetti a chi ha un reddito di 30 mila euro. E gli esempi potrebbero continuare.

Certamente le cose cambiano facendo una grande ammucchiata di diverse misure. Dunque mischiando bonus Renzi, assegni familiari (che naturalmente non tutti ricevono) decontribuzione temporanea (che vale solo fino a 35mila euro di reddito ed è una tantum) e riforma del governo Draghi come fanno ad esempio Corriere della Sera e Repubblica. Ne risulta che la classe di reddito che risparmia di più si colloca tra i 15 e i 20 mila euro. Il beneficio è nel complesso di circa 1.500 euro, in gran parte grazie al bonus Renzi (quasi mille euro), il resto è equamente suddiviso tra effetti della riforma Gualtieri e quindi aumento del bonus Renzi e aumento della platea e, appunto, ultima riforma Irpef. I vantaggi di bonus Renzi e riforma Gualtieri si azzerano a partire dai 40mila euro, da qui in poi i vantaggi arrivano solo dall’ultima riforma dell’imposta sui redditi.

Sembrano dunque pienamente giustificate le parole pronunciate oggi da Maurizio Landini durante il suo intervento in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil. “Con questa riforma chi prende poco avrà ben poco. Ci sono esempi precisi e lo dico a quei giornali ‘Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Stampa che pubblicano delle tabelle: dite la verità, non fate le percentuali, fate come noi, prendete le buste paga dei singoli lavoratori, non raccontatevi delle balle. Se hai 15 mila euro di reddito il vantaggio che arriva da questo intervento sono poco meno di 6-7 euro lordi al mese”, ha detto Landini. “Lo stesso provvedimento a non prende 15 mila euro ma ne prende 4-5 – volte 15mila, riserva vantaggi per 700-800 euro all’anno: non si arricchisce nessuno ma è una ingiustizia e oggi invece è il momento di tutelare i redditi e le pensioni basse”, ha aggiunto il leader della Cgil

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