“Il settimo decreto salva Ilva del 2016 che concedeva un’immunità per i futuri acquirenti dello stabilimento fu un problema perché è come dire che alcuni interessi economici abbiano dei privilegi, invece un principio importante è che tutti dobbiamo essere uguali davanti alla legge”. Così Marcos Orellana, Onu Special Rapporteur on Toxics and Human Rights rispondendo a una domanda del Fattoquotidiano.it sull’Ilva di Taranto, dopo aver presentato a Roma il suo rapporto al termine della mission in Italia. Orellana, che durante la missione è stato anche a Taranto, aggiunge: “L’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente ha condotto degli studi in cui si evidenzia che con una continuata operatività si produrrà sempre maggiore contaminazione ed inquinamento e gli studi si sono basati sugli standard della qualità dell’aria esistenti, ma i limiti stabiliti dall’Italia sono più elevati di quelli imposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. Secondo Orellana, quindi, “gli standard, quando si deve continuare una produzione del genere, è importante che siano in linea con quelli dell’Oms”. Il delegato Onu è stato anche nella “Terra dei fuochi” e durante la sua mission in Italia, ha studiato i dati della Campania: “La cosa che mi ha colpito di più è la collusione tra la Mafia e gli interessi industriali”. Per Orellana “è incoraggiante la lotta per contrastare la criminalità”, ma “l’attività di bonifica non va avanti speditamente e questo continua ad avere un impatto sulle persone che vivono nelle vicinanze di questi siti contaminati”.

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