“Sostenere che ‘per Piazza Fontana, gli anarchici vennero completamente assolti dall’accusa di strage fin dal primo grado’, significa non solo e non tanto rinunciare a far saltare una volta per tutte le incrostazioni ideologiche e le verità di comodo sulle stragi. Ma significa per quanto riguarda Piazza Fontana, semplicemente, affermare un falso storico“. Queste sono solo alcune delle affermazioni contenute nella relazione del 6 settembre 2000 firmata da due ex senatori del Movimento Sociale Italiano, Alfredo Mantica e Vincenzo Fragalà, pubblicata oggi sul profilo Twitter del Senato in occasione del 52esimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Parole che rilanciano la pista anarchica, mentre le indagini hanno evidenziato, come ricorda oggi anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che la matrice di quell’attentato che costò la vita a 17 persone era neofascista. Proteste da Sinistra Italiana che con il suo segretario nazionale, Nicola Fratoianni, attacca la presidente Elisabetta Casellati: “Un oltraggio alle vittime, ai loro familiari, alla città di Milano. Mi auguro che la senatrice Casellati rettifichi al più presto e spieghi perché sia potuto accadere un episodio simile”.
Dal profilo ufficiale di Palazzo Madama è stato pubblicato questa mattina un tweet in cui si legge “La strage di #PiazzaFontana. Storia di depistaggi: così si è nascosta la verità”, con un link che rimanda all’archivio storico e alla ricostruzione dei due senatori legati al partito d’ispirazione neofascista fondato da Giorgio Almirante. Una ricostruzione che, però, spingeva ancora la pista anarchica, sostenendo, tra le altre cose, che “Pietro Valpreda, esponente del circolo ’22 marzo’ e principale imputato anarchico per l’attentato alla Banca nazionale dell’agricoltura del 12 dicembre 1969, non è mai stato ‘assolto completamente’ dall’accusa di strage. È stato assolto con formula dubitativa per insufficienza di prove per ben tre volte, davanti a giurie diverse, in due città diverse, in epoche diverse. È stato assolto per insufficienza di prove al processo di primo grado a Catanzaro conclusosi il 23 febbraio 1979 con la condanna all’ergastolo per i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e l’agente del Sid Guido Giannettini“. Il rilancio di questa tesi ha portato Fratoianni a dichiarare che è “incredibile che il Senato della Repubblica per ricordare l’anniversario della strage di Piazza Fontana utilizzi sulla sua pagina ufficiale twitter la ricostruzione di alcuni senatori fascisti che rilanciavano la pista anarchica. Un oltraggio alle vittime, ai loro familiari, alla città di Milano. Come ha ricordato anche il Capo dello Stato la matrice di quella strage è nettamente neofascista”, ha concluso chiedendo l’immediata rettifica da parte del Senato. Rettifica che in qualche modo è arrivata, visto che il post è stato cancellato.
Proprio in mattinata Mattarella aveva ricordato la strage dicendo che “le lunghe vicende processuali hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate. Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l’attacco deliberato alla vita democratica del Paese”. Mentre Casellati non aveva accennato ad alcuna matrice: “Lo sdegno dell’Italia intera per la strage di piazza Fontana non si è mai spento. Il 12 dicembre 1969 ci furono sgomento, dolore, indignazione. Fu l’inizio di una lunga stagione di sangue. Ma a 52 anni di distanza, il pensiero per le 17 vittime e il ricordo di quel barbaro crimine devono essere un monito affinché le trame eversive e le sofferenze che ne derivarono, individuali e collettive, non si ripetano più nel futuro”.