Starbucks ha visto nascere il suo primo negozio sindacalizzato, a Buffalo, nello stato di New York, dove 19 dipendenti contro 8 hanno votato a favore della rappresentanza sindacale. Lo riferiscono i media Usa, in attesa del conteggio dei voti via posta in altri due negozi della stessa area. La celebre catena di caffè ha combattuto attivamente per decenni la sindacalizzazione dei suoi locali. Starbucks conta quasi 34mila punti vendita in 78 paesi del mondo, 12mila solo negli Stati Uniti. Circa la metà sono gestiti direttamente dall’azienda che conta oltre 300mila dipendenti. Il gruppo ha ricavi per 29 miliardi di dollari l’anno e vale in borsa 136 miliardi di dollari.

I dipendenti dei primi tre negozi di Buffalo hanno lamentato problemi cronici come la carenza di personale ed equipaggiamenti difettosi anche prima della pandemia. Ora chiedono aumenti di salario e maggiore supporto nella gestione dei locali. “Non abbiamo responsabilità ora, non possiamo dire la nostra opinione”, ha spiegato Casey Moore, un fautore del sindacato che ha lavorato per sei mesi nei negozi Starbucks di Buffalo. “Con un sindacato potremo sederci ad un tavolo e dire ‘questo è quello che vogliamo”. Starbucks insiste che i suoi circa 8mila negozi (gestiti direttamente dall’azienda, ndr) funzionano meglio con un rapporto diretto con i dipendenti e rivendica la necessità di una certa flessibilità, anche per spostarli da un locale all’altro a seconda della mutazione della domanda. Il fenomeno della sindacalizzazione sta aumentando in Usa negli ultimi tempi, in particolare durante la pandemia, quando i lavoratori si sono sentiti più ‘fragilì. Un segnale incoraggiante per Joe Biden, che è un grande sostenitore dei sindacati.

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