È stato ritrovato un cadavere in fondo a un pozzo in Ogliastra, Sardegna, sulla strada provinciale tra Lotzorai e Talana. Si attende un esame del Dna per l’ufficialità, ma per gli inquirenti si tratta del corpo di Mosè Cao, 58enne pluripregiudicato per traffico di droga e operaio nei cantieri comunali di Lotzorai, scomparso lo scorso 18 settembre. Il cadavere presenta un colpo di arma da fuoco sul petto e i vestiti corrispondono a quelli della descrizione in possesso delle forze dell’ordine: un pantaloncino e una maglietta Armani. Si ipotizza che l’operaio sia stato ucciso e poi gettato nel pozzo. Cao quel giorno si era fatto accompagnare da un amico a Tortolì, a 5 chilometri dal paese di origine. La mattina precedente alla scomparsa aveva presenziato a un’udienza al Tribunale di Lanusei insieme al suo avvocato Paolo Pilia: doveva rispondere della violazione degli obblighi di sorveglianza speciale che gli era stata applicata come prevenzione personale.

L’esame del Dna si è reso necessario visto lo stato di decomposizione del corpo che ne ha complicato il riconoscimento, poiché una parte era immersa nell’acqua. Il cadavere è stato scoperto lunedì dopo le 14 da una donna in cerca di funghi sulla provinciale, che ha notato una sagoma dentro il pozzo. Da lì l’allarme alle forze dell’ordine e le difficili operazioni per il recupero della salma in tarda serata a opera dei sommozzatori dei Vigili del fuoco. La pm di Lanusei Giovanna Morra – giunta sul posto con gli agenti della Polizia di stato, i carabinieri e la Polizia scientifica – aveva aperto un fascicolo per sequestro di persona e ora indaga per omicidio. Il magistrato ha autorizzato l’autopsia sul cadavere che verrà eseguita mercoledì 24 dal medico legale Matteo Nioi all’ospedale di Lanusei.

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