“Amo l’Italia, a Londra è stato bello ma Torino è il top”. È stato questo il commento del nuovo campione delle Atp Finals Alexander Zverev, al termine della finale vinta 6-4 6-4 contro il campione del 2020 Daniil Medvedev. La prima edizione torinese del torneo è stata uno spettacolo moderno e globale. L’attenzione è stata altissima e il tennis è così entrato nelle case degli italiani come mai, forse, era capitato in passato. Prova superata quindi per la città che, almeno fino al 2025, ospiterà uno degli eventi più importanti del circuito Atp. “Il futuro delle Atp Finals è salvo” ha dichiarato il presidente della FIT (Federazione italiana tennis) Angelo Binaghi. “Abbiamo raccolto – ha continuato il numero uno del tennis italiano – 11 milioni e mezzo dalla biglietteria e, sommando i ricavi sul fronte corporate, si arriva a 15 milioni. Potenzialmente in una edizione ‘normale’, ci si aspetta di arrivare a 20 milioni e miglioramenti da fare ce ne sono, la lista è lunghissima, ma noi sappiamo migliorare in corso d’opera, come abbiamo dimostrato con gli Internazionali di Roma”. Unico neo: il caos biglietti per la decisione del Cts – arrivata due giorni prima dell’inizio del torneo – di rifiutare l’allargamento della capienza al 75%, mantenendola così al 60 percento.

La vittoria di Torino chiude nel migliore dei modi un anno importante per la carriera di Alexander Zverev, già “Maestro” nel 2018. Sei i titoli conquistati. Più di chiunque altro. Oltre a queste Finals ci sono anche due Masters 1000 (Madrid e Cincinnati), le Olimpiadi a Tokyo, e due 500. Ormai manca solo l’ultimo tassello: uno Slam. Nel torneo il numero 3 del mondo ha estromesso anche il favorito Novak Djokovic in semifinale. Il serbo manca così, ancora una volta, l’aggancio a Roger Federer nella speciale classifica nel torneo.

Bilancio agrodolce per gli azzurri presenti alla rassegna. L’infortunio di Matteo Berrettini dopo la prima partita ha suscitato delusione. Il romano dovrà saltare anche la Coppa Davis. Hanno esaltato invece le due partite di Jannik Sinner: la vittoria contro Hubert Hurkacz e la partita combattuta – ma persa con due match point non sfruttati – contro Medvedev. L’eliminazione nel girone non toglie quindi niente alla sua prima apparizione alle Finals. Un bagaglio d’esperienza e di consapevolezza che potrebbe trasformare il 2022 in un vero e proprio trampolino di lancio per il tennista, aiutato anche dal ranking. Grazie alle due partite di Torino, Sinner comincerà la stagione da top 10 mondiale, il secondo italiano dopo Matteo Berrettini (posizionato al numero 7). Considerando anche le potenziali di Lorenzo Musetti, si potrà guardare alle prossime Finals italiane con grandissimo ottimismo.

Verso il 2022 – Ma cosa lasciano queste Atp Finals? Un quadro molto incerto. In passato tante volte si è annunciato un potenziale cambio al vertice del tennis, ma ora la svolta pare essere davvero prossima. Rafael Nadal, che di primavere ne compirà 36, è out per l’inizio della stagione. Roger Federer è all’ultimo giro della carriera. Il campione svizzero ha già dichiarato che sarebbe sorpreso se riuscisse a giocare Wimbledon. Rimane solo il numero 1 al mondo Novak Djokovic, che però è sempre più accerchiato. Negli ultimi mesi infatti i segnali di un avvicinamento dei rivali si sono fatti concreti. A parte l’ultimo Masters 1000 della stagione a Parigi-Bercy, Djokovic ha dovuto cedere tutti i grandi obiettivi della seconda parte del 2021. Medvedev gli ha tolto l’Us Open e il Grande Slam, mentre Zverev l’oro a Tokyo e le Atp Finals. In più per il serbo c’è un’ulteriore incognita. Nel 2022 chi vorrà giocare agli Australian Open (torneo che ha vinto 9 volte e dove è campione in carica) dovrà essere vaccinato. E Djokovic non lo è. Una decisione che non ammette eccezioni (al momento) e che mette quindi in dubbio la sua partecipazione al primo Slam stagionale. Se il numero 1 al mondo dovesse rinunciare a Melbourne la vetta del ranking sarebbe davvero a rischio.