Il trionfo di Wembley non conta più nulla, non ci regalerà i Mondiali che non siamo riusciti a conquistare sul campo. Dovremo sudarceli ai playoff, e a questo punto sarà un’impresa, una roulette russa. O forse una tragedia sportiva. Nella partita decisiva a Belfast contro l’Irlanda del Nord finisce solo 0-0, come nel peggiore degli incubi azzurri. Mentre la piccola Svizzera non trema affatto, batte la Bulgaria 4-0 e vola in Qatar. L’Italia no. I Mondiali ce li giocheremo agli spareggi. Come quattro anni fa contro la Svezia, ma ancora peggio, stavolta la formula sarà persino peggiore.

Ce lo meritiamo. Perché in un girone materasso, senza un’altra big ma nemmeno un’outsider, siamo arrivati secondi. Perché oggi l’Italia è una squadra che fa meno punti della Svizzera, che viene da un ottimo Europeo, è una solida nazionale, ma nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua qualificazione diretta. Oggi l’Italia è una squadra che in novanta minuti non riesce a segnare all’Irlanda del Nord, campo ostico, tutto ciò che volete, ma formazione della periferia del pallone che schiera giocatori di terza serie.

Le tante assenze, i troppi giocatori fuori forma, non possono essere una scusante. L’Italia avrebbe dovuto vincere comunque. Non ce l’ha fatta, di fisico e di testa. E di questo dovranno rispondere i giocatori, Mancini, forse persino la Federazione. Tutti quanti. Ci siamo scordati della crisi di un intero movimento e, dopo aver fallito malamente il match point in casa all’Olimpico contro la Svizzera, ci siamo presentati al match decisivo senza un attaccante degno di nome, con Insigne falso nueve e Chiesa e Berardi larghi.

L’approccio alla gara non era stato nemmeno pessimo, meglio di quello balbettante contro la Svizzera: dopo una manciata di secondi una magia di Insigne libera Di Lorenzo, ma resterà praticamente la giocata migliore della partita. Per tutto il primo tempo l’Italia macina molto possesso palla e qualche errore. Jorginho si è ripreso dalla shock, o quantomeno non si è sprofondato. Tonali mette un po’ di verve (pure troppa, si fa ammonire subito e Mancini sbaglierà a sostituirlo), Barella continua ad inserirsi anche se avrebbe solo bisogno di riposare. Il problema è sempre davanti, dove non succede praticamente nulla. Quando l’Italia ruba palla e parte in contropiede, Insigne invece di sfondare la porta perde l’attimo e appoggia al portiere.

All’intervallo siamo ancora 0-0, come a Lucerna, ma tutto volge per il peggio. L’ansia diventa angoscia quando la Svizzera sblocca il punteggio all’inizio della ripresa, e poi panico puro quando raddoppia nella manciata di un paio di minuti. Mentre gli azzurri continuano ad infrangersi contro la muraglia verde. E anzi rischiano persino di capitolare con Donnarumma costretto al miracolo su Saville. Mancini inserisce anche Belotti per Barella, per passare al 4-2-3-1, modulo praticamente mai provato in questi tre anni di gestione. Siamo alla classica mossa della disperazione. Poi anche Locatelli e Bernardeschi, è proprio disperazione. Solo il Var, che annulla altri due gol alla Svizzera, continua a tenere a galla gli azzurri. Ma è solo questione di tempo. Loro il gol che serve per andare ai Mondiali lo segnano. Noi no. Ci siamo persi, nelle nostre paure e in fondo anche nei nostri limiti.

Gli azzurri sprofondano verso gli spareggi, e al 90’ quasi verso la sconfitta, quando a porta sguarnita i padroni di casa non riescono a segnare e Bonucci salva sulla linea. Ma non conta nulla, avremmo anche potuto perdere. Finisce 0-0 e oggi non siamo qualificati ai Mondiali. Per andare in Qatar dovremo passare da un doppio spareggio, perché la nuova formula prevede una semifinale (da testa di serie, in casa), e poi la finale a sorteggio, contro avversari potenzialmente del calibro di Portogallo, Russia. Oppure Svezia. L’incubo non è finito, è appena cominciato.

Twitter: @lVendemiale

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L’Italia agli spareggi: comunque vada, questa non è una grande Nazionale e il trionfo agli Europei è stato un miracolo

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