La famiglia Berlusconi sistema un nuovo tassello nell’operazione di riassetto di Mondadori. E festeggia il sorpasso di Zanichelli-Loescher-Atlas conquistando il primato nell‘editoria scolastica italiana. Il gruppo editoriale di Segrate ha infatti appena ricevuto il via libera dall’Antitrust per rilevare la diretta concorrente De Agostini scuola. L’ok della vigilanza presieduta da Roberto Rustichelli consacra definitivamente Mondadori come numero uno italiano nel settore. Nonostante le “criticità” rilevate dall’Antitrust. Ma con una serie di misure correttive per salvaguardare la concorrenzialità del mercato. Limitate però solo al prossimo triennio. “Questo investimento, il più importante compiuto negli ultimi 15 anni, ci consentirà di iniziare un nuovo capitolo nel percorso di crescita del nostro gruppo e di conseguire una posizione di leadership nel mercato dell’editoria scolastica”, ha spiegato l’amministratore delegato Antonio Porro. Ne ha preso atto il mercato che ha premiato il titolo a Piazza Affari (+3,37 per cento con il titolo sui massimi degli ultimi due anni). E non potrebbe essere diversamente visto che, secondo le stime di Equita, Mondadori “salirà al 32% di quota di mercato dell’editoria scolastica e le sinergie stimate sono 4/5 milioni a regime nel 2023”.

Come spiega l’Antitrust nel suo bollettino, “l’operazione di concentrazione tra Mondadori e De Agostini Scuola richiede una valutazione particolarmente attenta, giacché i suoi effetti sono suscettibili di deteriorare ulteriormente le dinamiche dell’interazione tra i diversi operatori del settore con effetti restrittivi per la concorrenza tra editori, a danno dei fruitori dei libri scolastici”. Si crea “una posizione dominante in capo a Mondadori nel mercato dell’editoria di libri per la scuola secondaria, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza in tale mercato”. Ma la vigilanza “ritiene che le misure correttive proposte da Mondadori risultino idonee a rispondere alle criticità concorrenziali”. Di qui l’ok all’operazione a patto che per tre anni a partire dal 2022 vengano effettuati investimenti in De Agostini Scuola non inferiori a quelli realizzati nel triennio 2018-2020. Inoltre fino al 31 dicembre 2024 De Agostini Scuola non potrà essere integrata nella divisione Mondadori che si occupa dello stesso business e Segrate non potrà effettuare sovrapposizioni delle reti delle case editrici monitorando la situazione attraverso un soggetto terzo indipendente. Dal provvedimento della vigilanza, non è chiaro però cosa potrebbe accadere dopo tre anni per cambiare le carte in tavola evitando la temuta concentrazione.

Fatto sta che mentre Silvio Berlusconi tenta la scalata al Colle, prosegue a pieno ritmo la riorganizzazione dell’impero di famiglia. Dopo aver tamponato il problema dell’ingombrante socio francese in Mediaset, la famiglia si prepara ora ad incassare il dividendo che Mondadori ha promesso tempo fa agli investitori. “Il gruppo persegue in maniera convinta ed attiva eventuali opportunità di acquisizione che dovessero presentarsi così come creare le condizioni per il ritorno, a partire dal 2022 a valere sul risultato netto dell’esercizio 2021, ad una politica di remunerazione degli azionisti” si legge nel piano industriale del gruppo. Operazioni che hanno consentito alla società di assumere un posizionamento dominante nei libri e nell’editoria scolastica.

Il riposizionamento di Mondadori viene infatti da lontano. E’ iniziato nel 2013 con la discussa acquisizione di Rcs libri che ha portato a Segrate le attività Rizzoli. Discussa perché è stata la maggiore concentrazione editoriale in Europa con quasi il 40% del mercato ed ha rappresentato una evidente anomalia rispetto alla concorrenza straniera. Sotto il profilo della redditività aziendale, per Mondadori si è trattato di un’operazione decisamente di successo: “Avviato nel 2013, il cambiamento intrapreso ci ha portati in tre anni a raddoppiare gli utili grazie all’attento lavoro di ottimizzazione di costi e struttura e alla focalizzazione sui core business, realizzata anche attraverso alcune operazioni straordinarie; accanto al significativo miglioramento del risultato economico, è aumentata anche la nostra capacità di generare risorse finanziarie, da investire nello sviluppo dell’impresa”, come ha chiarito Mondadori il 31 maggio scorso. E il 2021 sarà l’anno del “consolidamento della propria leadership nell’area libri, sia nel segmento dell’editoria scolastica che Trade”.

Ed in effetti nel corso degli anni sono state cedute le attività non in linea con il core business come gli immobili (dalla sede romana di via Sicilia ad altri asset minori), sei giornali italiani fra cui il settimanale Panorama, venduti a La Verità srl. E poi anche le Radio con il passaggio a Mediaset di Monradio che controlla Radio 101. Risultato: il gruppo di Segrate ha archiviato il primo semestre del 2021 a giugno con 320 milioni di ricavi, in crescita del 31% rispetto ad un anno fa. L’utile è schizzato del 29,4% a 4,4 milioni contro un rosso da 25 milioni registrato nello stesso periodo 2020. E la posizione finanziaria netta, pur restando negativa, è sensibilmente migliorata passando da 219 milioni di giugno 2020 a 155 dello stesso periodo 2021. C’è da scommettere che anche De Agostini contribuirà ai risultati positivi chiudendo il cerchio sulla riorganizzazione aziendale del colosso editoriale di Segrate. Con Mondadori che, come promesso, staccherà una congrua cedola per i suoi azionisti.

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