Una presentazione del libro sull’omicidio di una coppia gay siciliana negli anni ’80, al quale è stato invitato anche il deputato di Italia Viva Ivan Scalfarotto. È questa la scintilla che fa esplodere la tensione dopo l’affossamento del Ddl Zan. È, infatti, scoppiata una vera e propria bufera sulla presentazione del libro del giornalista Francesco Lepore, previsto domani pomeriggio a Palermo, al quale parteciperà anche Scalfarotto. La presenza del deputato renziano non è, infatti, andata giù al comitato Palermo Pride che per tutta risposta organizza una manifestazione di protesta chiamando a raccolta la città in piazza Pretoria, alle 17, ovvero in contemporanea con la presentazione del libro di Lepore, previsto al Comune di Palermo, e al quale era stato invitato anche il portavoce del Pride, Luigi Carollo: “Riteniamo irricevibile l’invito dell’amico Francesco Lepore a un tavolo in cui siede chi ha svenduto i nostri diritti sull’altare delle mediazioni di governo già nel 2013 – così hanno scritto dal Direttivo di Coordinamento Palermo Pride, in una nota. Che continua: “Non tollereremo oltre lezioni sulla buona politica e sulla necessità di mediare per ottenere una legge. Ma quali accordi, ma quale mediazione? Sui nostri corpi nessuna condizione. Scalfarotto, nel 2013, stava già smontando la legge Reale Mancino cedendo alle provocazioni dell’Udc e dell’ala cattodem del Pd. Il parlamentare di Iv oggi sostiene che sul ddl Zan era necessario mediare: ma su cosa? Sull’identità di genere e sulla scuola ovviamente. I nostri diritti sono stati svenduti sull’altare delle trattative per costruire una nuova coalizione politica di centro destra che va da Italia Viva fino alla Lega”.

“In pieno accordo con Luigi Carollo, invitato come portavoce del Coordinamento Palermo Pride – continua la nota – non parteciperemo quindi alla presentazione de ‘Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento Lgbt+ in Italia’ prevista per il 4 novembre. Auguriamo tuttavia buon lavoro a Francesco: il suo libro è prezioso e importante e continueremo a supportarlo come fatto finora”. Una polemica quella sollevata dalla comunità Lgbt+ palermitana alla quale ha risposto piccato il senatore palermitano di Italia Viva, Davide Faraone: “Ivan sui diritti civili non prende lezioni da nessuno, la sua vita lo testimonia, le sue battaglie lo dimostrano. Noi domani saremo al suo fianco”. Così, sui Social, il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone: “Ivan Salfarotto verrà a Palermo a presentare un libro. ‘Il delitto di Giarre. 1980: un caso insoluto e le battaglie del movimento Lgbt+ in Italia”. Il delitto di Giarre è un duplice omicidio commesso il 31 ottobre 1980 a Giarre, in provincia di Catania. Divenne fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano in quanto portò alla fondazione del primo circolo Arcigay. Naturalmente qualche campione di tolleranza e rispetto delle opinioni altrui organizzerà un sit-in di protesta in contemporanea alla presentazione del libro perché c’è Ivan Scalfarotto”. “Che strana idea di libertà, – conclude Faraone – la chiedono ma non la concedono. Possono parlare solo loro, perché solo loro sono i depositari della verità. E se c’è qualcuno che la pensa diversamente, per loro non ha diritto di parola”.

Alla, presentazione – che era prevista ancora prima della bocciatura al Senato del Ddl Zan –interverranno, il sindaco Leoluca Orlando, Ivan Scalfarotto (sottosegretario al ministero dell’Interno), Barbara Masini (senatrice di Forza Italia) Angela Bottari (ex deputata del Pci), Paolo Patanè (ex presidente nazionale di Arcigay) e Giuseppe Di Salvo (fondatore Fuori! di Palermo). Il libro, edito da Rizzoli, racconta la storia del 25enne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Toni Galatola, Fuorno ritrovati, dopo 14 giorni dalla loro scomparsa, mano nella mano, uccisi entrambi da un colpo di pistola alla testa, il 31 ottobre 1980, sotto un enorme pino marittimo nella Vigna del Principe a Giarre. La vicenda scosse fortemente l’opinione pubblica, che fu portata per la prima volta a riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Come diretta conseguenza nacque il Fuori! di Catania. E, il 9 dicembre 1980, a poco più di un mese dal ritrovamento dei corpi dei due ragazzi fu costituito a Palermo su organizzazione di don Marco Bisceglia il primo nucleo di Arcigay. Un racconto che attraversa quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento Lgbt+ italiano.

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