“Una pagina nera per la democrazia e i diritti, il Senato ha deciso di essere lontano dal paese reale che chiede una legge contro i crimini d’odio. Una battuta d’arresto che non ci consente di essere nel novero dei paesi civili e avanzati”. A rivendicarlo Alessandro Zan, deputato del Pd e “padre” del disegno di legge contro l’omotransfobia, affossato in Senato dopo il voto sulla tagliola presentata da Fdi e Lega. “La destra ha chiesto il voto segreto sulla tagliola e non ha accettato la nostra mediazione, siamo stati costretti a votare in Aula questa pregiudiziale che mostra come la destra sia vicina a Orban e alla Polonia”, ha proseguito.

Per poi attaccare Italia Viva di Matteo Renzi: “Alla Camera c’è stata una maggioranza larga e compatta anche con il voto segreto, una forza politica si è sfilata e ha flirtato con la destra sovranista”, ha accusato Zan. Ma il deputato dem ha attaccato pure Forza Italia, accusata di essere rimasta a rimorchio di Salvini e Meloni: “Si è compattata con la destra sovranista dimostrando di non essere una forza liberale, soltanto per un gioco legato al Quirinale”. Dal deputato dem, invece, non c’è stata autocritica rispetto alla gestione dell’Aula da parte del proprio partito. “Siamo stati stritolati da logiche politiciste e giochi tattici, da persone che hanno dichiarato una cosa e poi nel segreto dell’urna ne hanno fatto un’altra. Ma è una battuta d’arresto momentanea. La strada per i diritti civili è segnata”.

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